Si va consolidando la distinzione tra un blocco che fa capo alla Russia da una parte e l’altro che fa capo agli Stati Uniti. Di mezzo c’è l’Europa, la cui parte orientale teme molto la tirannia della dittatura di Putin e anela a passare nel blocco occidentale e dall’altro ci sono i Paesi europei, i quali stentano a trovare una propria unità politica, dopo aver adottato, erroneamente, la moneta unica, e non si accorgono che, con questa scelta, essi hanno anche adottato il sistema economico predatorio neoliberista, che arricchisce i Paesi ricchi e impoverisce e umilia i Paesi poveri.
Inoltre il blocco orientale sembra si stia aprendo ai paesi del BRICS (i cosiddetti Paesi emergenti, costituiti da: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), i quali adotterebbero una loro moneta unica per escludere dagli scambi internazionali l’uso del dollaro.
In questo quadro l’unico indizio che attesta il sorgere di una blanda critica al sistema economico predatorio neoliberista sembra si sia verificato a Bruxelles nell’incontro tra Macron, Draghi e Scholtz, avendo detti statisti deciso all’unanimità di mettere un tetto alle speculazioni sul prezzo del gas.
Sul piano governativo sembra che la nuova formazione “Insieme per il futuro”, costituita da Di Maio e dagli altri fuoriusciti dai 5 Stelle, si stia adoperando per la formazione di un terzo polo centrista, formato, oltre che da questo nuovo partito, anche da Coraggio Italia (Toti), una parte di Forza Italia (Carfagna), Italia Viva (Renzi), +Europa (Bonino) e Azione (Calenda).
Quello che sorprende, nell’ambito di questo quadro generale, è che gli attori politici non hanno minimamente capito, o fanno finta di non capire, che il vero problema dell’Italia è quello di essere passata da un’economia mista, che ci ha portato al miracolo economico italiano degli anni sessanta, a un’economia totalmente mercatoria.
Nel sistema economico misto l’attività economica era svolta, ai sensi dell’articolo 41, terzo comma, e 42,
primo comma, della Costituzione, da organismi pubblici e privati ed era comunque indirizzata con apposite leggi a fini di interesse sociale.
Invece nell’attuale sistema economico predatorio neoliberista è stato eliminato, erroneamente, l’intervento dello Stato, cioè del Popolo, nell’economia, mentre è stato donato a privati l’intero demanio pubblico, cioè la ricchezza appartenente al Popolo a titolo di proprietà pubblica, o comune che dir si voglia, e riguardante i beni fuori commercio, di preminente interesse economico-sociale.
Di conseguenza è diventato impossibile adottare provvedimenti di interesse generale a spese dello Stato, essendo passata l’intera ricchezza nazionale nelle mani soltanto dei privati (italiani e stranieri).
Ed è da sottolineare, peraltro, che i nuovi proprietari della ricchezza nazionale condizionano ora anche la
fruizione di detti beni da parte del Popolo, che deve sottostare alle condizioni da loro imposte a tale fine
(pagamento di biglietti di ingresso, ecc.).
Come sta avvenendo a Napoli, dove, con il “Patto per Napoli”, stipulato da Draghi e dal sindaco Manfredi,
l’intero patrimonio del Popolo napoletano sarà, dapprima valorizzato e rigenerato a spese del Popolo, e poi dato a privati o per la loro gestione, profitti compresi, o per la loro svendita.