Nella gravissima situazione internazionale i nostri governanti pensano soltanto alle loro poltrone

Nella gravissima situazione internazionale i nostri governanti pensano soltanto alle loro poltrone

Il contrasto di interessi tra i vari Paesi per motivi economici è una costante della storia. Con una importante differenza: se domina la pace i conflitti si risolvono con trattative di carattere giuridico; se domina la guerra le trattative si risolvono con la violenza abbandonando il diritto.

A ciò è da aggiungere la probabilità del verificarsi del cosiddetto effetto domino, per cui tutti i Paesi finiscono, a tutela dei loro interessi, per riarmarsi e agire con la forza. 

Una situazione terribile, resa ancor più grave, ai nostri giorni, dall’esistenza delle armi nucleari distruttive dell’intera vita del Pianeta. Emerge, ad esempio, in questa fosca situazione, la complicazione delle difficoltà anche nei rapporti tra Israele, Usa, Russia e Iran, il quale ultimo è in conflitto con Israele e sta inviando droni alla Russia, la quale è alleata di Israele nel conflitto in Siria.

Intanto in Europa rispunta inesorabile l’egoismo dei vari Paesi, che si sono da tempo convertiti al neoliberismo, il quale, ponendo come fine il profitto individuale, è un temibile nemico per la solidarietà che dovrebbe invece animare l’Unione europea, la quale resta divisa su vari fronti.

Molto timida è la proposta della Commissione europea, di cui ha parlato Ursula Von der Leyen, secondo la quale, proprio in ossequio ai dettami neoliberisti,  le azioni di carattere comunitario e solidaristico devono essere limitate al 15% degli acquisti comuni del gas, mentre si dovrebbe porre un tetto alle valutazioni della borsa di Amsterdam al prezzo del gas , per cercare di limitare la speculazione, ma soltanto in casi estremi e per soli tre mesi .

Come si nota l’Europa ritiene lecita la speculazione e ripropone ai Paesi deboli, come l’Italia, l’urgente necessità di rivedere la propria posizione in ambito europeo. Infatti non si può negare che, nella situazione appena delineata, ci sono Paesi che ottengono profitti, ai quali non intendono assolutamente rinunciare, come l’Olanda e la Germania, mentre altri Paesi, come l’Italia, non hanno nessuna protezione dei propri interessi, con la conseguenza che il loro patrimonio industriale, commerciale e agricolo, diventa oggetto di probabile acquisto a basso prezzo da parte degli altri Paesi europei.

Il che fa sorgere il problema, al quale certamente si oppongono i ben noti amici delle multinazionali e delle banche, di stabilire che l’Italia si comporti in modo autonomo per l’approvvigionamento e la distribuzione della energia elettrica e del gas, come ha già fatto la Spagna, risolvendo così i propri problemi.

È inoltre da notare che l’Europa sta attraversando un periodo nel quale l’Euro gioca solo a favore dei Paesi economicamente più forti, come Olanda e Germania, a tutto discapito dei Paesi economicamente meno forti, per i quali potrebbe diventare necessario divenire Stati membri in deroga, come ad esempio è stata l’Inghilterra prima della sua uscita dall’Europa.

Si deve per altro ricordare che l’Italia ha un solo punto di forza: la sua Costituzione repubblicana, democratica e antifascista, i cui principi fondamentali, secondo la giurisprudenza costituzionale dei contro-limiti, prevalgono sui Trattati.

Purtroppo tutto questo non è nella mente dei nostri governanti che stanno offrendo, all’opinione pubblica, un’immagine indecente e per certi aspetti inaccettabile. È stato chiaro che Berlusconi, che non si sa se ha perduto la testa o fa finta di averla persa, con i pochi voti della sua Forza Italia, pretende, oltre i tre ministeri che sembrerebbe avergli già proposto la Meloni, altri tre e segnatamente il ministero della giustizia, dove dovrebbe andare un suo fedelissimo capace di mutare la legge Severino, in base alla quale egli potrebbe essere nuovamente costretto a lasciare lo scranno di senatore.

Insomma appare chiaro che i gravissimi problemi sopra accennati non hanno nessun rilievo nelle trattative per la formazione del governo e che tra i vari eletti c’è soltanto una corsa all’accaparramento di poltrone. Ciò potrebbe portare a nuove elezioni o alla formazione di un governo tecnico. 

Sentiremo domani cosa deciderà il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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La guerra continua la sua escalation e la situazione economica europea è sempre più difficile

La guerra continua la sua escalation e la situazione economica europea è sempre più difficile

La tensione tra i belligeranti (da una parte la Russia e dall’altra l’Ucraina aiutata dagli USA e dai Paesi della Nato) sta pericolosamente arrivando al punto di rottura totale. È stato chiesto a Biden di parlare con Putin, ma egli ha risposto che non vede perché debba dialogare con un criminale di guerra.

Una risposta inaccettabile, perché se Putin è certamente un criminale, egli è pure il capo di una federazione che tende illusoriamente a riprendersi i territori dell’antica Unione Sovietica.

La trattativa deve venire dai capi di Stato perché sono loro che decidono in merito, qualunque sia il loro atteggiamento morale e il loro pensiero su come esercitare i poteri dei quali sono in possesso. Dunque quella di Biden è solo una risposta evasiva che non promette nulla di buono.

Sul piano economico è da ricordare che l’Arabia Saudita ha deciso di diminuire la produzione di petrolio e ha accettato di farsi pagare, non in dollari (come finora è avvenuto), ma in Yuan da parte della Cina.

Questo atteggiamento ha irritato Biden, il quale ha posto in evidenza la necessità di rivedere i rapporti commerciali con l’Arabia.

In sostanza Biden si rende conto che oramai il dollaro (che da oltre 70 anni è stato lo strumento per il dominio commerciale degli Stati Uniti) non è più accettato come moneta universale per gli scambi economici.

Inoltre è da sottolineare, per quanto riguarda l’Europa,  che la commissaria Kadri Simson oggi illustrerà ai ministri dell’Energia dei 27 Paesi Ue, riuniti a Praga per un consiglio informale, i punti principali della proposta legislativa che sarà presentata dalla Commissione la prossima settimana per affrontare la crisi dei prezzi del gas.

Quello che è trapelato in merito a  queste dichiarazioni è che la Commissione UE, in pieno accordo con la politica della Germania, non toccherà minimamente gli extra-profitti (dovuti alla speculazione) delle industrie del settore energetico (multinazionali e simili). Pertanto essa rifiuterà fermamente la proposta di mettere un tetto al prezzo del gas, avanzata dal nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale ha anche emanato un decreto legge, formulato purtroppo in modo errato dal Ministero dell’Economia, che impone un contributo di solidarietà ai produttori e ai distributori dell’energia pari al 25% degli extra-profitti.

La commissaria Simson ha anche detto che si sta lavorando a un modello obbligatorio, in base al quale l’acquisto del gas sarà effettuato in modo comunitario soltanto dall’Unione europea, la quale distribuirà a ogni singolo Paese la quota loro spettante, invitandoli poi, in caso di emergenza, a una riduzione dei consumi.

Come si nota imperversa in questo campo il distruttivo principio neoliberista, secondo il quale la determinazione del livello dei prezzi spetta al mercato, e agli Stati sovrani non resta che accettare le decisioni del mercato medesimo, anche se si tratta di evidentissime speculazioni.

La strada giusta, a mio avviso, è quella di tassare, in via provvisoria, da parte di ogni Stato, gli extra-profitti (provenienti dalla speculazione) con una tassazione del 100%, per poi arrivare a stabilire che le imprese che gestiscono le fonti di energia devono passare nella mano pubblica di ogni Stato membro, e cioè diventare aziende pubbliche che agiscono fuori dal mercato, perseguendo soltanto l’interesse dei cittadini. Come era in Italia prima della privatizzazione, effettuata da Giuliano Amato del 1992, e poi dalla svendita del gas e dell’energia elettrica, effettuate rispettivamente con decreto Letta (2000) e con decreto Bersani (1999).

Per quanto ci riguarda, come più volte ho affermato, deve essere attuato l’articolo 43 della Costituzione, secondo il quale: “le fonti di energia devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti”. Come si nota è sempre e solo la Costituzione che ci consente di difendere i diritti fondamentali del Popolo.

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A causa della menzognera legge elettorale l’Italia sarà governata da una minoranza

A causa della menzognera legge elettorale l’Italia sarà governata da una minoranza

La vittoria della destra è frutto di un marchingegno della legge elettorale Rosatellum. La destra non ha superato il 51% dei voti come la logica richiederebbe, e ricordo che a suo tempo l’attribuzione di un premio a chi avesse superato il 51% dei voti fu dichiarato legge truffa.

Ora nella confusione determinata dal menzognero pensiero neoliberista che travolge i dati reali e confonde le idee ai cittadini, una minoranza, per l’appunto il 44% dei votanti dei partiti di centro-destra, schiaccia completamente la maggioranza degli aventi diritto al voto.

Si pensi che il partito Noi Moderati, in coalizione con il centro-destra, ha ottenuto lo 0,6% dei voti e porta in Parlamento 7 deputati e 2 senatori, mentre Unione Popolare, che ha avuto l’1,4%, non ottiene nessun seggio Parlamentare. 

Insomma il neoliberismo, che usa la menzogna come metodo, ci porta a ragionare su cose e dati che non hanno una corrispondenza nella realtà. Ed è da considerare che il partito di maggioranza è stato quello dei non votanti: si sono infatti astenuti dal voto il 36% degli aventi diritto. E quest’ultimo è davvero un dato reale sul quale bisogna ragionare.

Parlerei pertanto di una vittoria apparente del centro-destra che tuttavia riesce a incidere sulla politica nazionale come se fosse una vittoria reale. Il che mi induce a credere che chi governerà in base a detti risultati lo farà in contrasto con ciò che vuole la maggioranza dei cittadini.

Con questa vittoria apparente si può dire che il neoliberismo ha ottenuto tutto quello che voleva, come già previsto nel programma di Francesco Cosentino, e cioè il programma della P2 di Licio Gelli, il primo atto che sarà compiuto sarà un vero e proprio attentato alla Costituzione. 

Infatti la destra di Meloni, insieme con Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda, hanno già detto che vorranno istituire il presidenzialismo, e cioè una forma di governo che viola i principi fondamentali della parte prima della Costituzione, tranciando i diritti fondamentali delle masse popolari.

Disarmante è anche la dichiarazione della Meloni, la quale ha comunicato a Zelensky il nostro aiuto per la guerra in atto, mentre la maggioranza degli italiani è contro la guerra, e inoltre ha addirittura chiesto a Draghi una stretta collaborazione per la stesura della legge di bilancio, accennando anche alla possibilità di confermare a Daniele Franco il posto di Ministro dell’Economia. E tutto questo contro la volontà degli aventi diritto al voto, i quali, in pratica, hanno, con il loro voto,  disapprovato la politica di Draghi.

Ultimo dato è che la Meloni ha assicurato l’Europa della nostra piena condiscendenza, dimenticando che questa Europa ha distrutto quasi totalmente la nostra economia attraverso le privatizzazioni e cioè il porre sul mercato il nostro demanio pubblico in modo che fosse acquistato prevalentemente dai Paesi più forti dell’Unione europea, togliendo all’Italia la possibilità di far fronte alle emergenze con fondi propri e con ulteriori indebitamenti, come avvenuto per la pandemia e per la guerra, le cui sanzioni, hanno prodotto l’aumento delle bollette del gas e dell’energia elettrica.

E Draghi è stato il primo assertore delle suddette privatizzazioni, come proclamò il 2 giugno 1992 sul panfilo Britannia ancorato a Civitavecchia, chiedendo ai rappresentanti della city londinese un forte aiuto per la realizzazione appunto della privatizzazione dei beni del nostro demanio pubblico.

E oggi sono proprio gli inglesi che offrono il loro appoggio alla Meloni per la realizzazione di queste dismissioni che ci portano alla più totale miseria.

Insomma l’intero Popolo italiano sarà governato da un governo che non esprime la volontà della maggioranza reale dei cittadini e agirà contro gli interessi dei meno abbienti, come già dimostra la dichiarazione della Meloni relativa all’abolizione del reddito di cittadinanza e alla volontà di mantenere in ordine i nostri conti pubblici, che non sono più alimentati da entrate extra-tributarie a causa delle dette privatizzazioni, ma solo da entrate tributarie, che maggiormente graveranno sulle spalle dei contribuenti.

In questo quadro quello che emerge è un Popolo che non ha voce in Parlamento, sia perché si è astenuto dal voto, non conoscendo partiti che lo difendessero, sia perché una legge incostituzionale e menzognera ha fatto apparire come reale una situazione puramente avulsa dalla realtà.

Resta solo la speranza che la nuova sinistra reale, emergente con Unione Popolare, la quale, se ci fosse stato un sistema elettorale non menzognero, avrebbe già portato in Parlamento una decina di rappresentanti, prosegua il suo cammino e trovi in coloro che si astengono il maggiore e più solido sostegno.

Paolo Maddalena 

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Prospettive negative per la guerra in Ucraina e per l’economia italiana

Prospettive negative per la guerra in Ucraina e per l’economia italiana

Mentre le ultime schermaglie della propaganda elettorale si concentrano in un dibattito tra Letta, che sostiene la dipendenza dell’Italia dall’Europa, e Meloni che sostiene una nostra maggiore indipendenza, arriva la preoccupante notizia di un inasprimento del conflitto in Ucraina, con la decisione di Putin di una mobilitazione parziale di 300 mila militari riservisti su circa 2 milioni e la programmazione di un referendum nel Donbass e negli altri territori occupati dall’inizio della guerra, per sancire, con la volontà del Popolo, l’adesione di questi Paesi al territorio russo.

In proposito Putin sottolinea che una invasione dell’esercito ucraino di queste terre sarebbe considerata un’invasione in territorio russo. Il che giustificherebbe anche l’uso di armi nucleari. La risposta dell’Occidente è stata unanime di opposizione a Putin, per cui le prospettive di un accordo si allontanano sempre maggiormente.

Altra notizia di rilievo è il conferimento a Mario Draghi del premio al «migliore statista mondiale dell’anno» ricevuto lunedì sera dalla fondazione Appeal of Conscience. Questo dimostra che il nostro Presidente del Consiglio è sostenuto fortemente dagli USA e in quanto, come è agevole dedurre, egli è un convinto neoliberista che pone il valore dell’economia come prevalente sullo svolgimento della persona umana e sul progresso materiale e spirituale della società italiana, come sanciscono gli articoli 3 e 4 della Costituzione.

Egli, infatti, non si preoccupa minimamente della disposizione del valore del lavoro come elemento costruttivo del singolo e della collettività, né sembra sia stato colpito dai risultati di una statistica elaborata da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpa  secondo la quale i contratti di lavoro sono quasi tutti a termine e la loro durata è superiore all’anno appena per lo 0,5%, mentre il 37% dura meno di 30 giorni. Il 36% delle nuove posizioni a termine va da 2 a 6 mesi; il 23,7% massimo una settimana; il 13,3% solo 1 giorno.

È un dato impressionante che dimostra da solo in quale abisso di miseria ci ha spinto il neoliberismo tanto caro a Draghi, ed è da segnalare ancora che questo tipo di politica danneggia il patrimonio pubblico italiano anche a proposito dell’appartenenza della rete nazionale della fibra ottica, che anziché essere nel patrimonio pubblico italiano appartiene alla francese Vivandi in qualità di maggior azionista di Tim.

Di fronte a queste preoccupanti situazioni la propaganda elettorale si accentra su temi fatui o meno importanti, dimostrando di essere in linea con il pensiero unico dominante del neoliberismo

L’unico partito che ha il coraggio di opporsi a detto sistema economico predatorio neoliberista è Unione Popolare, il cui Presidente Luigi De Magistris, rifacendosi ai principi fondamentali della nostra Costituzione, ha di recente posto in evidenza, durante la trasmissione Agorà andata in onda ieri su Rai Tre, che “privatizzare tutto il settore energetico è stata una follia. Bisogna rivedere la logica delle privatizzazioni selvagge. Se avessimo avuto gas e energia in mano pubblica la speculazione non ci sarebbe stata”.

Insomma, come da sempre ripeto, l’unica nostra salvezza è nella Costituzione, la cui inosservanza spinge l’Italia a essere serva delle multinazionali e dei Paesi economicamente più forti.

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In momenti difficili gli effetti del neoliberismo dimostrano la loro dannosità per i Popoli

In momenti difficili gli effetti del neoliberismo dimostrano la loro dannosità per i Popoli

La stampa odierna dà molto risalto alla relazione della Presidente Ursula von der Leyen sulla situazione dell’Unione. La quale, obliterando tutti i contrasti interni agli Stati europei, ha riaffermato il sostegno dell’Europa all’Ucraina, certa di una vittoria dell’occidente democratico nei confronti di un Paese sempre più autocratico.

Ella ha sottolineato che: “questa è una guerra alla nostra energia, una guerra alla nostra economia, una guerra ai nostri valori e una guerra al nostro futuro”. Ciò dimostra che c’è una posizione netta e immodificabile per uno scontro lungo nel tempo.

Lo dimostrano peraltro l’invio di armi da parte degli Usa, nonché la dichiarazione di Draghi che ha dato pieno sostegno all’Ucraina. E non è da sottovalutare il timore espresso da Biden sull’uso di armi tattiche nucleari da parte della Russia, in considerazione della controffensiva in atto da parte dell’Ucraina.

Colpisce, nel discorso della Von der Leyen, in riferimento alla necessità di porre limiti alla speculazione dei produttori e dei distributori dell’energia elettrica e del gas che hanno avuto, grazie alla guerra in Ucraina, un surplus di guadagni che è finito per pesare sulle spalle di tutti i cittadini europei, il fatto che Ella abbia ha parlato della volontà dell’Unione di tassare questi extra-profitti per un totale di 140 miliardi di euro.

Dimentica la presidente della Commissione europea che le fonti di energia devono essere fuori mercato e nelle mani pubbliche, come sancisce la nostra Costituzione democratica e repubblicana, e che l’errore maggiore, cui ha dato la stura il trattato di Maastricht, è stato quello di porre tutto sul mercato , cioè tutto nelle mani degli speculatori, i quali agiscono nell’interesse individuale e producono danni irreparabili alla ricchezza dei cittadini degli Stati membri, anziché pensare a un demanio dei singoli Stati e della stessa Unione europea.

A mio avviso la Presidente della Commissione europea avrebbe dovuto porre sul tavolo la necessità di procedere a una riforma radicale del sistema economico prodotto dal trattato di Maastricht, facendo dell’Europa un vero Stato federale, nel quale, anziché privatizzarle, siano poste fuori mercato alcune fonti di produzione di ricchezza, come ad esempio i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, come risulta dall’articolo 43 Cost., eliminando così l’errore madornale di aver posto  la ricchezza e quindi le sorti dei singoli Popoli europei nelle mani degli speculatori.

Per quanto riguarda il nostro Parlamento continuiamo a registrare operazioni inaccettabili, che vanno contro gli interessi del Popolo, si tratta della deroga al limite di 240 mila euro annui posti alle retribuzioni dei dipendenti dello Stato.

Una deroga che è stata formulata da Forza Italia, riformulata dal governo, e inserita tra le decisioni da approvare in Parlamento all’ultimo momento, in modo che i parlamentari stessi non si rendessero conto di ciò che votavano.

Questo la dice lunga sul comportamento di tutti i componenti dell’attuale governo, nel quale appare molto evidente che il PD è perfettamente allineato ai partiti di centro-destra.

In tema di economia un altro esempio che dimostra quanto danno porta allo Stato l’attuale sistema economico neoliberista riguarda la S.p.A. ferroviaria Italo, la quale ottenne la concessione del servizio ferroviario nel 2012 (che per Costituzione deve essere solo in mano pubblica) e, insieme ad altre società straniere che ne entrarono a far parte, fu venduta, nel 2018, a una S.p.A. americana, che dopo averci ampiamente guadagnato, ora la rivende per un prezzo minimo di 4 miliardi di euro.

Sono tutti soldi che spettavano al Popolo italiano e che, fraudolentemente, sono stati guadagnati da soggetti stranieri. Ecco a cosa sere il sistema economico neoliberista, sostenuto, anche per le prossime elezioni, da tutti i partiti, esclusa Unione Popolare diretta dall’ottimo Luigi De Magistris. 

Paolo Maddalena

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