La notizia che più emerge dai giornali odierni riguarda la disputa sull’elezione del Capo dello Stato, e sembra che il favorito in assoluto sia Mario Draghi.
Ciò che maggiormente sconcerta è che nessuno si rende conto che Mario Draghi è convinto fautore delle privatizzazioni, cioè della sottrazione a tutto il Popolo, e quindi a ciascuno di noi, dei beni e servizi costituenti il demanio inalienabile della Nazione secondo la vigente Costituzione repubblicana.
I segnali in questo senso, solo per limitarci agli ultimi atti, sono molteplici. Innanzitutto il governo vuole limitare il bonus edilizio per la ristrutturazione, la coibentazione e l’efficientamento energetico, che, tutelando l’ambiente e il risparmio dell’energia, reca benefici a tutto il Popolo. A prescindere dal fatto che detto bonus è stato il motore principale della ripresa economica italiana valutata intorno al 6% per il 2021.
Altro esempio è il fondo di solidarietà per i proprietari di immobili abbandonati e occupati da senza tetto. L’illogicità in questo caso è manifesta, perché si dà una specie di indennizzo ai proprietari e non si risolve il gravissimo problema di chi è privo di una, sia pur piccola, abitazione.
L’esempio più grave di tutti è l’inserimento nella manovra di bilancio di una sorta di legittimazione delle delocalizzazioni, per le quali, lungi dal farne valere l’assoluta illiceità, si prescrive soltanto una sorta di procedura consistente essenzialmente nell’obbligo di un preavviso di 90 giorni.
Ed è da notare che in questo caso è violentemente calpestato un principio imperativo, espresso dall’articolo 41 della Costituzione, secondo il quale: “l’iniziativa economica privata non può svolgersi contro l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana”. Per cui, appare evidente, che la delocalizzazione calpesta questo principio, e di conseguenza è da ritenere priva di effetti.
Il rimedio sta nel ricorrere, senza limiti di tempo, davanti al giudice ordinario, per farne dichiarare la nullità, ai sensi dell’articolo 1418 del Codice civile.
Mi chiedo: il Capo di un governo, che calpesta in modo tanto evidente la Costituzione, può essere mai indicato come Presidente della Repubblica, il cui principale dovere è quello di difendere la Costituzione?
Che i politici e gli italiani tutti riflettano su questo aspetto.
Come al solito invito tutti ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Allucinante