È noto che l’inflazione degli ultimi mesi, che ha aumentato ancor più la situazione tragica dei meno abbienti, e tra questi in particolare dei pochi artigiani rimasti, è dovuta all’aumento dell’energia elettrica e del gas, provocato dalla ripresa economica del post pandemia e dalla speculazione dei Paesi produttori di petrolio.
Questa grande fede nel mercato generale e nella gestione privatistica delle fonti di produzione di ricchezza dimostra così tutta la sua fallacia e inconsistenza. È inammissibile che la vita dei Popoli e delle Nazioni dipenda dal cosiddetto andamento del mercato (che vuol dire andamento della speculazione predatrice), sul quale Draghi vuol porre persino il catasto degli immobili.
Enrico Mattei, all’inizio del secondo dopo guerra, capì perfettamente qual era la situazione e dopo aver sfruttato il nostro petrolio nazionale, attraverso l’Eni, istituito nel 1953 da De Gasperi, su sua richiesta, condusse una politica ad ampio raggio per l’approvvigionamento del petrolio presso gli Stati ricchi di questo carburante e specialmente la Libia.
Con questa politica, Mattei dette un grosso supporto allo sviluppo dell’economia italiana, fino al punto che negli anni ’70 si parlò di miracolo economico italiano. I nostri governi, a partire dall’assassinio di Moro in poi, hanno rovesciato questa felice intuizione di Mattei e si sono accontentati di approvvigionarsi passivamente dell’energia, acquistandola dagli Stati esteri senza colpo ferire e siamo addirittura arrivati al punto, che Draghi, salito sul panfilo Britannia, ancorato a Civitavecchia, sul quale era presente la Regina Elisabetta, affermò la necessità di ricorrere alla privatizzazione delle fonti di produzione di ricchezza nazionale, e un mese e nove giorni dopo, con decreto legge, il governo Amato privatizzò, cioè pose sul mercato a disposizione degli speculatori, l’Eni, l’Ina, l’Enel e l’Iri con le sue mille industrie.
Adesso Mario Draghi, il quale sta spandendo a tutti denaro, preso a prestito dall’Europa, ottiene le ovazioni persino di tutti i sindaci d’Italia, mentre nessuno gli fa rilevare che non è lontana la resa dei conti, che ovviamente sarà tutta a carico dei cittadini italiani meno abbienti.
A sostegno di questa dannosa politica si fa emergere la ripresa dell’economia italiana ed europea che, si badi bene, dipende soltanto dalla necessità di riconquistare i vuoti procurati dalla pandemia di Covid-19, tanto è vero che, come afferma Gentiloni, si prevede un aumento del Pil in Italia del 6,3% per quest’anno, del 4,3% nel 2022 e del 2,3% nel 2023 e poi nulla per il futuro.
Insomma si tratta di una ripresa, che si fermerà al punto che consentirà di mantenere la posizione di completa subordinazione italiana all’economia degli altri Paesi europei.
Tutto questo potrebbe cambiare se Draghi, anziché essere servo delle multinazionali e della finanza, si convertisse, come ha già fatto da tempo il premio Nobel Johsep Stiglitz, al pensiero di John Maynard Keynes, le cui idee, nella depressione economica degli anni ’30, furono seguite da Franklin Delano Roosevelt Presidente degli Stati Uniti d’America.
Ripeto come al solito la necessità di attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43, 47 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Si, stampatello 6 mt. X 3 mt., Affiggetelo nei spazi pubblicitari nelle nostre città; in modo che il lattaio dell’Ohio – cit. Roberto Gervaso – lo possa comprendere .
Tu Presidente F. Cossiga da lassù, prega per l’Italia prega perp noi.
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