Il governo italiano, facendosi strada con l’idea dello “spendere bene”, pone molte misure restrittive e di controllo nella materia del reddito di cittadinanza e nella materia del superbonus per i restauri edilizi.
In particolare sono presi di mira i fruitori di detto reddito, ai quali viene imposto l’obbligo di presentarsi mensilmente ai centri per l’impiego pena la perdita di questo beneficio.
Per quanto riguarda il superbonus, consistente in detrazioni fiscali per la ristrutturazione degli edifici, viene rafforzato il potere dell’Agenzia delle entrate, conferendo a questa l’obbligo di verificare preventivamente la conformità della richiesta ai presupposti necessari per il conferimento del beneficio.
In pratica un appesantimento burocratico fortemente deviazionista dall’accesso a questi benefici da parte dei meno abbienti.
È chiaro che il governo, anziché rivolgersi contro i furti miliardari delle multinazionali e della finanza, si rivolge contro i più deboli lasciando che i forti facciano i loro comodi.
Analoga idea guida si riscontra anche in campo europeo dove, di fronte alla lodevolissima azione di Ursula Von der Leyen, la quale si è recata personalmente da Biden in America, per ottenere l’aiuto degli Stati Uniti per la soluzione del grave problema dei migranti, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, profittando proprio dell’assenza della Von der Leyen, ha aperto all’idea di costruire un muro a spese dell’Unione europea per chiudere ogni accesso in Europa dalla parte orientale del confine europeo.
Sempre nello stesso ordine di idee, come immediatamente avevo previsto, si sta attuando l’acquisto di ITA da parte della tedesca Lufthansa, oppure dal cartello formato tra l’americana Delta e la francese Air France. In tal modo una fonte importante di lavoro per gli italiani va definitivamente in fumo a favore degli stranieri, mentre sono gettate sul lastrico oltre 8 mila famiglie.
In questa situazione l’unico mio punto di riferimento resta la Presidente della Commissione europea più volte nominata, alla quale rivolgo l’invito a tagliare alla radice la causa di questo immane disastro economico che distrugge la dignità dell’uomo, la sua sicurezza e la sua libertà.
Si tratta di capire che il sistema economico neoliberista ha come chiaro fine la distruzione dei popoli e l’avvento del dominio incontrastato della finanza e delle multinazionali, assolutamente prive di qualsiasi sensibilità per il benessere materiale e spirituale dei singoli cittadini.
Noi italiani abbiamo come guida la vigente Costituzione repubblicana che prevede l’unità e l’indivisibilità del Popolo (art. 5 Cost.), la tutela dello sviluppo della persona umana, l’eguaglianza economica e sociale (art. 3 Cost.) e il diritto fondamentale al lavoro (art. 4 Cost.), che è fondamento della Repubblica (art. 1 Cost.).
L’esistenza della Repubblica è insomma affidata a un sistema economico produttivo come quello keynesiano, e non a un sistema economico governato dalla cinica finanza, che non crea né lavoro né produzione, ma semplice predazione da parte di pochi della ricchezza che spetta a tutti, in base alla nostra Costituzione.
Occorre un coraggioso capovolgimento di finalità: quello di evitare l’arricchimento egoistico di pochi, distruttivo della vita di tutti, e quello di creare un sistema, costituzionalmente ispirato, che distribuisca la ricchezza alla base della piramide sociale, producendo occupazione e benessere per tutti, compresi anche gli attuali indegni speculatori.
È per questo che, come al solito, invoco l’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Grande Prof. Paolo Maddalena