La reazione contro l’obbligatorietà del greenpass appare come l’espressione di un disagio percepito, ma non capito, della tragica situazione economica in cui versa tutto il Popolo.
Esso divampa in tutt’Italia, anche con metodi violenti, come si è visto a Roma, e con scioperi, come quelli dei portuali di Trieste, che certamente provocano danni all’intera Europa, con il rischio di reazioni anti-italiane anche al di là dei nostri confini.
Eppure alcuni cosiddetti intellettuali, nonché una minoranza di specialisti virologi, soffiano sul fuoco incentivando una reazione inconsulta, che oramai investe la sicurezza nazionale.
Come in ogni caso, bisogna risalire alle cause di questa situazione, ed è dannoso trincerarsi in una situazione che resta emotiva e non razionale (come è proprio del pensiero neoliberista, che non conosce l’intelligenza emozionale, ma solo le emozioni) e si risolve nell’affermazione vaccino si vaccino no, grennpass si greenpass no, senza alcun ragionamento valido.
La verità è che il governo e le forze politiche che dispongono dei mass media nascondono del tutto la vera causa del disagio economico che ha colpito dodici milioni di cittadini che sono sotto la soglia della povertà e l’intera popolazione che avverte l’immanente pericolo di un futuro senza speranze.
È dunque contro questo atteggiamento che nasconde la verità che bisogna reagire. E gli strumenti della reazione sono previsti in Costituzione, della quale, in questo momento, è l’articolo 2 che getta luce sull’attuale disastro.
Tale articolo infatti afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
A mio avviso il primo passo che deve fare il governo, attraverso i mass media, che ha a sua disposizione, è quello di chiarire in modo definitivo, ricorrendo non soltanto agli scienziati dell’Aifa o dell’Ema, ma al parere di tutti gli scienziati mondiali che vogliono esprimersi sull’argomento che il vaccino è assolutamente sicuro e che, di conseguenza, il greenpass non costituisce violazione del diritto al lavoro.
Se non si scioglie questo punto resta dubbia, in assenza di un obbligo vaccinale, la legittimità costituzionale di questo strumento, che, indirettamente, rende obbligatoria la vaccinazione anche nei confronti di chi ha paura di sottoporsi ad essa.
È da sottolineare, comunque, che la vera causa di questa situazione, che possiamo già definire un inizio di insurrezione nazionale, sta nell’aver adottato con leggi incostituzionali il sistema economico predatorio neoliberista, la cui osservanza ha provocato, mediante le liberalizzazioni, le privatizzazioni, le delocalizzazioni e le svendite, il trasferimento fraudolento della ricchezza dallo Stato-Comunità, e cioè dal Popolo, nelle mani di singoli privati, provocando la fine del sistema economico produttivo keynesiano, che vuole la ricchezza nelle mani del popolo e cioè dello Stato-Comunità e l’intervento di questo nell’economia (il che assicura il lavoro, la produzione e la ricchezza nazionale).
Esempi eclatanti di questo disfacimento del benessere popolare sono la perdita, da parte dello Stato-Comunità, delle industrie strategiche (Ilva, Whirlpool, Gkn ecc.), nonché dei servizi pubblici essenziali come il trasporto aereo, i servizi portuali, le autostrade, le frequenze televisive ecc., nonché le fonti di energia come acqua, luce e gas.
Se si desse risalto all’articolo 41 della Costituzione che prevede programmi e controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali, sancendo il principio imperativo secondo cui l’attività economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana, nonché all’articolo 42 secondo il quale la proprietà è innanzitutto pubblica e in secondo luogo privata, e quest’ultima intanto esiste in quanto assicura lo scopo della funzione sociale, tutti i problemi verrebbero risolti e sarebbero assicurate, senza violenze, la sicurezza e la pace sociale.
Ed è per questo che ancora una volta ripeto la necessità di attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”