La confusione generale delle idee, che domina incontrastata il pensiero dei politici e purtroppo di gran parte della popolazione, ha favorito il silenzio su un fatto estremamente importante: l’attuazione delle autonomie differenziate, di cui all’articolo 116 della Costituzione, dannosamente prevista dalla riforma di Bassanini del 2001 e in palese contrasto con i principi fondamentali della Costituzione medesima (vedi articolo 5 Cost.).
La solita “manina” ha inserito questo tema nel Def documento di economia e finanza, esponendo tutti noi al gravissimo pericolo di veder attuata questa disposizione senza alcuna discussione in Parlamento, fatto estremamente probabile se il governo chiederà la fiducia per l’approvazione del Def.
In questo modo verrebbe soddisfatto il desiderio da tempo espresso dalla Lega, e di recente dal governatore del Veneto Zaia, della indipendenza del Nord rispetto al Sud, che, dopo esser stato rastrellato dei suoi beni dalle regioni del Nord, verrebbe ora lasciato precipitare nella più nera miseria.
È evidente che questa operazione dipende dalla diffusa ignoranza della Costituzione, in ordine alla quale alcuni osservatori non sono in grado di capire che, dall’assassinio di Moro in poi, essa è stata calpestata e vilipesa da tutte quelle leggi incostituzionali che hanno trasformato il sistema economico di stampo keynesiano in un sistema predatorio neoliberista, che pone sul mercato pezzi costitutivi e distintivi dell’Italia (come il trasporto aereo), con una fraudolenta trasformazione degli Enti e delle Aziende pubbliche in S.p.A, facendo così passare beni e servizi essenziali dalla proprietà pubblica demaniale del Popolo a quella privata dei soci della S.p.A. medesima, esponendoli alla possibilità del loro acquisto anche da parte di stranieri.
In sostanza si tratta delle privatizzazioni, delle delocalizzazioni e delle svendite, operate da leggi incostituzionali spesso volute dalla stessa Unione europea, che hanno comportato per l’Italia dodici milioni di persone in povertà assoluta e migliaia di morti sul lavoro, mentre la disoccupazione ha raggiunto numeri oramai insostenibili.
È arrivato il momento di tornare alle nazionalizzazioni, cioè al ritrasferimento della ricchezza nazionale dalla proprietà privata dei singoli alla proprietà pubblica inalienabile del Popolo sovrano, ma questo richiede una forte presa di coscienza da parte del Popolo medesimo, una presa di coscienza impedita soprattutto dall’ignoranza di taluni informatori dell’opinione pubblica.
Ripeto, come al solito, che la nostra salvezza è nell’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”