La tragica decisione di Trump e di Biden che resterà come una macchia indelebile della politica dell’occidente sta dando i suoi pessimi frutti .
Gli Stati Uniti, dopo essersi volontariamente disarmati davanti ai criminali talebani, e dopo aver ritirato le proprie truppe dall’Afghanistan, perdendo qualsiasi elemento per poter arrivare a una trattativa, sono oggi oggetto di un ultimatum da parte dei talebani stessi, i quali, orgogliosi del loro trionfo, ottenuto a così poco prezzo, ordinano agli Stati uniti di completare le operazioni di trasferimento dei cittadini americani dall’Afghanistan entro il 31 agosto.
Insomma è certo che molte persone innocenti saranno sottoposte alla dittatura talebana per colpa di un passo falso dell’amministrazione americana.
Sul piano interno del lavoro domina nella stampa odierna il problema delle delocalizzazioni, in relazione al quale si scontrano due posizioni contrastanti: quella di chi crede nella sovranità del mercato, avendo il sostegno di tutti i media, e quella minoritaria di chi crede nella sovranità dello Stato-Comunità, qual è l’Italia, come sancito nella vigente Costituzione che è legge fondamentale dello Stato.
Il presidente di confindustria Bonomi, ideologo mercantilista, sostiene, contraddicendo in pieno i principi fondamentali della Costituzione, che i licenziamenti di operai mediante e-mail sarebbero legittimi, che lo Stato, erroneamente considerato come terza persona rispetto al Popolo, deve restituire alle imprese private 58 miliardi di debiti, mentre deve chiudere immediatamente circa 1300 imprese pubbliche, definite poltronifici. Si tratta di un’affermazione ideologica e non vera, poiché le imprese pubbliche costituiscono il vero baluardo contro la prepotenza delle imprese private economicamente più forti che distruggono le imprese più deboli, gettando sul lastrico migliaia di lavoratori e le loro famiglie.
D’altro canto Bonomi non si ferma qui e considera un attacco ai principi del mercantilismo imperante il decreto in corso di formazione da parte del Ministro del lavoro Orlando e della vice ministra allo Sviluppo economico Todde, secondo i quali chi delocalizza dovrebbe pagare una multa del 2% del fatturato annuo, perdendo gli incentivi pubblici e la possibilità di far ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori licenziati.
Condizioni queste che sono state immediatamente ritirate dal governo che ha così dimostrato la sua piena sottoposizione alla volontà della confindustria.
Del resto che i politici ragionino secondo le leggi di mercato e non secondo principi e le norme della Costituzione, sulle quali hanno prestato giuramento al momento della nomina, con le loro dichiarazioni e con il loro atteggiamento servile, dimostrano di essere contro gli interessi del Popolo italiano e anche spergiuri, poiché è innegabile che essi hanno tradito il giuramento prestato al momento della loro nomina.
Sia ben chiaro che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che la sovranità appartiene al Popolo (art. 1 Cost.) e non agli speculatori dei mercati. Mentre che soltanto la creazione di imprese pubbliche in proprietà collettiva e comune del Popolo (e quindi inalienabili) rappresenta un sicuro antidoto contro la piaga delle delocalizzazioni, delle privatizzazioni e delle svendite, che stanno portando alla rovina l’intera economia italiana.
Sono certo che la prevalenza dell’idea mercantilista neoliberista che appare sulla stampa non esprime affatto il convincimento della maggioranza degli italiani, i quali sono tenuti all’oscuro della terribile realtà economica in cui viviamo, e sono altrettanto certo che, se si riuscisse a far capire in quale disastro ci hanno portato i nostri governanti, gli italiani sarebbero unanimi nel destituire i loro rappresentanti.
Ripeto ancora una volta che la salvezza dell’Italia è nell’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”