Il ministro dell’economia e finanze Franco ha ribadito la necessità di cedere la banca Monte Paschi di Siena a Unicredit, la quale può dirsi una banca quasi totalmente straniera. Il suo capitale, infatti, appartiene al 46% a soggetti statunitensi, per il 22% a soggetti del Regno Unito, al 24% ad altri Paesi europei e non, e per un rimanente 8% a soggetti italiani (come si rileva proprio dal sito di Unicredit). Da notare, inoltre, che tra i fondi statunitensi prevale quello di Black Rock, che peraltro appare come primo azionista dell’intera banca.
D’altro canto il ministro Franco ha tenuto a sottolineare che a causa di accordi con la Commissione europea, la quota di capitale del Monte Paschi di Siena, che appartiene per il 64% allo Stato italiano, ha carattere temporaneo e dovrà esser alienata entro il 31 dicembre prossimo venturo.
Sfugge peraltro al ministro Franco che la banca in questione, in base alla nostra Costituzione, è un bene comune appartenente al Popolo a titolo di sovranità, poiché, a causa delle sue dimensioni, e della sua importanza commerciale, costituisce elemento essenziale del patrimonio pubblico italiano e come tale inalienabile, inusucapibile e inespropriabile.
Come più volte ha ripetuto la Corte costituzionale i principi fondamentali della Costituzione prevalgono sulle norme e sugli accordi internazionali e in particolare europei, per cui è inammissibile che ci venga imposta la svendita di una banca attualmente in proprietà collettiva demaniale del Popolo a una banca quasi totalmente straniera, con conseguenze inenarrabili per quanto riguarda il diritto fondamentale al lavoro delle persone che verrebbero licenziate e per quanto riguarda l’intero sistema bancario italiano.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e tutto ciò che incide negativamente sui posti di lavoro colpisce l’essenza stessa dello Stato democratico e in particolare viola l’articolo 1 Cost., secondo il quale l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, nonché l’articolo 4 che riconosce il lavoro come diritto fondamentale di ogni cittadino.
Di fatto si tratta di un atto contro lo Stato e cioè contro il Popolo, al quale appartiene la sovranità. Al riguardo sono da respingere arzigogoli da azzeccagarbugli della Commissione europea, la quale, come già accennato, pone in primo piano il rispetto della concorrenza, che per i Paesi più poveri come il nostro, significa distruzione completa della Comunità statale.
Spero che il Parlamento si renda conto della gravità della questione e eviti quest’ulteriore scempio dei principi e dei diritti fondamentali della Costituzione e faccia prevalere la sovranità italiana nei confronti di astratti e dannosi atti di tutela della concorrenza all’interno dell’Unione europea.
Ripeto che il proprietario attuale del Monte Paschi di Siena è il Popolo italiano, che è un Popolo sovrano e non può accettare soprusi di questo tipo.
Come al solito invito all’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”