Sento di dover dare un grazie di cuore ai nostri valorosi ragazzi che, impegnandosi al massimo delle loro forze, hanno portato alto il nome dell’Italia, restituendole, almeno sul piano sportivo, quella stima internazionale che merita.
All’eroismo dei nostri ragazzi fa riscontro la pochezza della nostra maggioranza parlamentare, la quale si appresta ad approvare una riforma della giustizia, che si discosta fortemente dal progetto preparato dalla commissione presieduta dall’ottimo e valoroso penalista Giorgio Lattanzi. E si pone in diretta opposizione con la legge Bonafede, che aveva come obiettivo la lotta contro la corruzione e l’evasione fiscale.
In pratica, nel maxi-emendamento presentato dal governo Draghi, restano perseguibili soltanto i reati di associazione mafiosa, di scambio politico mafioso, di associazione finalizzata allo spaccio, di violenza sessuale, di reati con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, mentre si rendono non più perseguibili, in pratica, i reati di corruzione, evasione fiscale, morti sul lavoro, danni ambientali, eccetera, che resteranno impuniti.
In sostanza la fanno franca Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, gli autori della strage di Firenze del 1993, i responsabili della morte di Cucchi e così via.
È un fatto gravissimo che dimostra il disfacimento del nostro ordinamento giuridico, che mira a rendere immuni i governanti da ogni responsabilità penale, civile e amministrativa.
Del resto si tratta di un orientamento già fatto proprio dall’Europa e dagli istituti finanziari internazionali, che prevedono tale immunità per i loro operatori. Basti pensare alle immunità previste dal Fondo monetario internazionale e dal Mes, per rendersi conto verso quale orientamento generale ci si sta avviando sul piano globale.
È un fatto pericolosissimo, che distrugge la libertà del Popolo e mira alla creazione di una classe di governo immune da qualsiasi responsabilità.
In questo grave momento non ci resta che unirci per tutelare i principi fondamentali della nostra Costituzione, tra i quali domina il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.) e quello della responsabilità di chi esercita pubbliche funzioni, come prevedono gli articoli 28 e 54 della Costituzione.
Non ci vuol molto per capire che tutto questo è frutto del pensiero unico dominante del neoliberismo, ed è per questo che ribadisco la necessità di attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”