La stampa odierna pone in evidenza due modi diversi di interpretare e attuare i principi neoliberisti: quello degli Stati Uniti, che, per difendere la propria popolazione, si occupa dell’aspetto sanitario e chiude le frontiere ai Paesi infetti da Covid; e quello europeo, e in specie Italiano, che non si preoccupa della crisi economica del Popolo, né di quella ambientale, le quali, come detto ieri e come a lungo ho fatto presente nel mio ultimo libro “La rivoluzione costituzionale. Alla riconquista della proprietà pubblica”, editore Diarkos, sono gli effetti diretti dell’attuazione del sistema economico predatorio, cinico, immorale e incostituzionale neoliberista, che mira ad arricchire i ricchi e a impoverire i poveri.
La dimostrazione è nell’ordine del giorno, presentato ieri alla Camera, da Fratelli d’Italia, cui hanno aderito Forza Italia, la Lega, parte del PD e parte del M5S, il quale invita il governo a realizzare l’alta velocità ferroviaria in Sicilia e soprattutto a costruire il Ponte di Messina, dimostrando di non avere la minima nozione di cosa significa, anche in termini economici, la distruzione dell’ambiente, la quale sarà totale e gravissima, con danni particolari per quanto riguarda la pesca, se si dovesse realmente realizzare il ponte di Messina, la cui costruzione, peraltro, come da più parti notato, è stata rimessa nelle mani della malavita e ciò a prescindere dal fatto che il collegamento dell’alta velocità delle ferrovie siciliane con il continente potrebbe raggiungersi con un aumento esponenziale delle navi-traghetto.
Questa insensibilità ambientale dei nostri politici, non solo dimostra poco amore per il benessere della nostra Patria, ma dimostra anche di voler perseguire un fine perverso: quello di incrementare i guadagni delle multinazionali e delle grandi imprese, distruggendo il patrimonio naturalistico italiano che, certamente, ha un valore di gran lunga superiore alle opere infrastrutturali che si vogliono realizzare.
Come si diceva, mentre il neoliberismo statunitense ha una sua logica, tutelando gli interessi nazionali, il neoliberismo italiano è fortemente illogico e contraddittorio, poiché mira ad arricchire i ricchi, distruggendo l’ambiente che è elemento costitutivo dell’identità e dell’esistenza del nostro Stato-Comunità.
Come se ciò non bastasse, Mario Draghi, in una sua lectio magistralis tenuta ieri all’accademia dei Lincei, ha affermato che obiettivo del governo è di incentivare gli imprenditori, soprattutto stranieri, a investire in Italia, in modo che i profitti vadano all’estero, i lavoratori siano sfruttati e minacciati con i licenziamenti, mentre resterebbe impregiudicata la possibilità di delocalizzare, che lascerebbero solo rovine nel nostro territorio.
Una politica suicida, frutto di un pensiero, che non vuol capire che soltanto l’intervento dello Stato nell’economia, e cioè un intervento esclusivamente italiano, può salvarci da questa immane crisi economica, sanitaria e ambientale.
Richiamo come al solito la necessità di attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”