L’atteso provvedimento della eliminazione delle restrizioni per contenere il contagio del corona virus trova un ostacolo nella diffusione, avvenuta in Inghilterra, della variante Delta. Due focolai di tale variante sono stati scoperti nel piacentino.
A mio avviso i criteri di opportunità e convenienza, ai quali deve ispirarsi l’attività discrezionale dell’amministrazione, e anche il semplice buonsenso, consigliano di procrastinare, per ora, l’eliminazione dei provvedimenti che impongono l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, nonché le riaperture delle discoteche.
Molto spazio occupa sulla stampa la notizia della consegna al Ministero degli Esteri, da parte del Vaticano, di una nota, relativa al ddl Zan, nella quale si precisa che tale legge violerebbe gli articoli 1, 2 e 3 del Concordato, in particolare il comma 2, dell’articolo 1, che garantisce: “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Infatti tale libertà verrebbe compressa, secondo il Vaticano, da alcuni passaggi del ddl Zan, i quali non solo metterebbero in discussione la sopracitata «libertà di organizzazione» — sotto accusa ci sarebbe, per esempio, l’articolo 7 del disegno di legge, che non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia —; ma addirittura attenterebbero, in senso più generale, alla «libertà di pensiero» della comunità dei cattolici.
A mio avviso il ddl Zan è incostituzionale perché affetto da uno sviamento di potere. Esso affermerebbe l’eguaglianza dei sessi, dando però prevalenza alla tutela degli omotransgender.
Tale disegno viola, a mio avviso, l’articolo 3, il quale, affermando che tutti i cittadini sono uguali “senza distinzioni di sesso, razza, ecc.” elimina ogni possibilità per il legislatore ordinario di emanare norme che al contrario distinguano le situazioni personali relative al sesso, arrivando a violare anche l’articolo 21 della Costituzione, che prevede la libera manifestazione del pensiero con ogni mezzo. E occorre sottolineare in proposito che la situazione giuridica degli omotransessuali è garantita dalla legge in modo identico a quella degli eterosessuali.
Sul piano economico il governo continua a dimostrare la sua più completa indifferenza, al punto che le rotte aeree di Alitalia sono state quasi completamente occupate dagli aerei delle compagnie low cost.
Interessante è la presa di posizione di un gruppo di cittadini genovesi che hanno chiesto la restituzione da parte dei Benetton di 8,2 miliardi percepiti a titolo di buon’uscita, laddove si sarebbe dovuto emanare un atto autoritativo di revoca della concessione per la mancata manutenzione delle Autostrade e il crollo del Ponte di Genova, oltre la richiesta del risarcimento del danno.
È noto che questa impropria buon’uscita è stata effettuata sulla base di una norma capestro contenuta nell’atto di concessione, firmato, a quanto pare, dal governo Gentiloni, che prevedeva l’immunità dei Benetton da qualsiasi responsabilità per colpa grave, anche se produttiva di revoca d’ufficio.
A mio avviso la questione deve essere denunciata alla procura della Corte dei conti competente per territorio, per l’addebito ai responsabili di questo consistente danno alla collettività.
A conclusione dell’indifferenza del governo in materia economica la stampa ricorda che la Coca Cola consuma miliardi di litri d’acqua pagando, nelle regioni Veneto, Abruzzo e Sicilia, un misero canone di 14 mila euro annui.
In relazione a quanto detto, copia della presente è inviata alla Procura regionale della Corte dei Conti di Roma, di Genova, di Venezia, dell’Aquila e di Trapani per i provvedimenti di competenza.
Grazie di questa voce autorevole e precisa, che si distingue dalla cacofonia imperante.