Mentre la curva del contagio da Covid-19 continua lentamente a scendere, il governo Draghi delibera di compiere un altro passo per la diminuzione delle restrizioni, concedendo quasi piena libertà di movimento, in Italia e nei rapporti con gli altri Paesi, ai possessori di una certificazione sulla loro immunità detta “green pass”.
Insomma un ulteriore provvedimento basato su un “rischio calcolato”.
Anche su questo punto non mancano le critiche dei negazionisti, i quali, dimenticando che l’articolo 32 della Costituzione tutela la salute dei singoli e della collettività, considerano anche il green pass una limitazione incostituzionale della propria (illimitata) libertà individuale.
Sul piano generale, il corona virus desta ancora grandi preoccupazioni, poiché in Inghilterra, dove sembrava completamente sconfitto, sono emersi parecchi casi della variante indiana, contro la quale non ancora è stata scientificamente accertata la validità dei vaccini a nostra disposizione.
Per sconfiggere questa persistente infezione molto significativo è stato l’atteggiamento del Presidente del Consiglio Draghi e del Presidente francese Macron, i quali, in un summit per le economie africane che si è tenuto ieri a Parigi, hanno insistito sulla eliminazione dei brevetti vaccinali e sull’obbligo inderogabile di vaccinare l’intera Africa, che non possiede strutture e mezzi adeguati a questo fine.
Si tratta di un’azione estremamente importante, in quanto, come ho sempre ripetuto, lo stato di emergenza sanitaria, determinata dal corona virus, si può superare solo al di fuori delle attuali leggi di mercato.
Non sfugge, infatti, che l’abolizione dei brevetti in questo campo rappresenta un bel colpo di ariete contro la muraglia, finora ritenuta incrollabile, del sistema economico neoliberista.
Un altro colpo analogo è stato quello lanciato dal commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, il quale ha preannunciato una serie di provvedimenti dell’Unione europea contro gli evasori fiscali e contro i paradisi fiscali. È da osservare tuttavia che restano legati al pensiero neoliberista quei Paesi dell’Unione europea i cui Parlamenti non hanno ancora approvato la proposta della Commissione europea sul Recovery fund, si tratta di: Olanda, Austria, Ungheria, Polonia e Romania.
Una ulteriore manifestazione di persistenza del pensiero neoliberista è per altro ancora viva nella mente dei nostri politici di destra, i quali, strumentalizzano l’atteggiamento della Spagna contro l’arrivo di 8 mila migranti dal Marocco, per giustificare l’atteggiamento ostile verso i migranti mantenuto da Matteo Salvini.
Insomma mi sembra di poter dire che l’esperienza del Covid-19 ha inferto duri colpi all’attuale neo-capitalismo, ma che il suo sradicamento e il tentativo della sua umanizzazione sono duri a morire. A mio avviso, come sempre, si deve sottolineare che la soluzione sta nell’osservanza, da parte nostra, degli articoli 1, 3, 11, 41, 42, 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”