La stampa di oggi dà molto rilievo allo sviluppo dei conflitti armati tra Israele e la striscia di Gaza. Certamente Israele ha strumenti bellici molto più forti di quelli palestinesi. Ma alle spalle della Palestina si erge, da gigante protettore, Erdogan, il quale dimostra mire espansionistiche, che ricordano l’antico impero ottomano, utilizzando, per ora, l’arma dei migranti, il cui esodo viene favorito ad est partendo dalla Siria e a ovest partendo dalla Libia, ormai completamente in mano turca.
Gli effetti peggiori li sta subendo l’Italia, che vede aumentare di giorno in giorno, l’arrivo dei migranti provenienti dalla Libia. Su questo punto specula la Lega di Salvini, che invoca, con poca lungimiranza, il respingimento di chi si avvicina alle nostre coste.
Mentre atteggiamento molto più consapevole, è tenuto dal Ministro dell’Interno, Lamorgese, la quale si recherà in Tunisia nel tentativo di frenare sul posto le partenze di queste popolazioni spinte dalla fame e dalle guerre.
In realtà il problema è europeo, poiché i confini Italiani sono confini dell’Europa, e tutta l’Europa dovrebbe provvedere a questo ulteriore stato di emergenza, sennonché i Paesi forti dell’Europa, i cui Parlamenti tra l’altro ancora non hanno approvato il PNRR, si disinteressano dei problemi migratori.
Insomma, nell’ambito dell’Unione, l’Italia è la più esposta nei confronti dell’esterno, senza ricevere nessun aiuto dall’Europa stessa, mentre all’interno del mercato unico, essendo stata indebolita dall’austerity, imposta dalla Commissione europea e attuata da Mario Monti, non è più in grado di sostenere la concorrenza degli altri Paesi membri.
Ed è importante sottolineare che la stessa UE, mentre da un lato ha sospeso il cardine della concorrenza, costituito dal patto di stabilità per tutti i Paesi membri, implicitamente favorendo i Paesi più forti, si mostra sempre più dura, con l’azione della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, per quanto riguarda il nostro sviluppo aereo, sostenendo, per il rilancio di Alitalia, il divieto degli aiuti di Stato.
Insomma due pesi e due misure. E allora sorge il dubbio di cominciare a pensare quanto conveniente sia per l’Italia agire in un mercato unico europeo che agevola i Paesi più forti sui Paesi più deboli in virtù del principio della concorrenza, che demolisce le imprese bisognevoli di aiuto, portando i Paesi con economia più debole alla loro completa estinzione, che costringe tutti i Paesi a utilizzare una moneta presa a prestito, e che, infine, non si fa carico di problemi spinosi come quello dei migranti, ritenendo legittima l’esistenza, nell’ambito del mercato unico, di 7 paradisi fiscali, Olanda e Lussemburgo in testa.
In questo quadro la situazione italiana è diventata davvero insostenibile sul piano economico, essendo essa completamente indifesa dalla concorrenza, a causa delle disastrose privatizzazioni e liberalizzazioni adottate dai nostri governi poco avveduti, i quali hanno spalancato le porte alle potenze economiche straniere, facendole impadronire di tutte le nostre fonti di produzione di ricchezza nazionale.
Insomma privatizzazioni e liberalizzazioni, unitamente alla incapacità dei nostri governanti, sono stati il cavallo di Troia che ha consegnato l’Italia nelle mani dei suoi avversari economici. È ora di reagire, utilizzando il Recovery Fund per nazionalizzare quanto abbiamo ceduto alle S.p.A. straniere, per poi porci in una posizione di forza nei confronti degli altri Paesi, che sono riusciti agevolmente a porci in uno stato di assoluta soggezione economica, sia sul piano dello sviluppo economico, sia sul piano dell’occupazione dei lavoratori.
La nostra arma è nel programma economico scritto nel titolo terzo, parte prima, della nostra Costituzione repubblicana e democratica, alla quale dovrebbe ispirarsi l’azione del nostro governo, anziché porre la propria attenzione in mille rivoli dispersivi e incapaci di perseguire un reale successo.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”