Sul piano dell’infezione del Covid-19 è estremamente drammatica la situazione dell’India, dove negli ultimi tre giorni si sono contati oltre un milione di contagi e le autorità indiane sono state costrette a interrompere l’esportazione dei vaccini AstraZeneca. Aiuti all’India sono stati già dati dall’Inghilterra, ed altri arriveranno da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
Questo dato terrificante, a mio avviso, pone in discussione il metodo seguito in Italia contro il corona virus.
Anziché precederlo, in via precauzionale, con le opportune restrizioni (cosa che fa la Germania), noi allarghiamo le maglie di tali misure ad ogni cenno di diminuzione dei contagi, disperdendo così il nostro tesoretto.
Insomma usiamo il sistema della tela di Penelope, che serve solo a prolungare nel tempo questa radicata infezione.
Sul piano politico, un plauso merita la fermezza usata da Draghi, per la seconda volta, nei confronti della Commissione europea, la quale ci ha tempestato di richieste modificative del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, avendo di mira gli effetti economici di tale piano su quelli degli altri Stati membri dell’Unione europea economicamente più forti.
Spero che Draghi si stia rendendo conto del fatto che i veri europeisti non possono tollerare l’attuale organizzazione europea, che si risolve in un penetrante e inaccettabile controllo delle nostre decisioni, in relazione a fatti che loro non conoscono e che sono di competenza delle autorità italiane.
Questo vale anche in riferimento alla situazione di Alitalia, nei confronti della quale l’Europa sta esercitando una politica pienamente contraria al nostro sviluppo economico, considerando la situazione con una visuale molto restrittiva, volta a tutelare gli interessi degli Stati membri economicamente dominanti, danneggiando il nostro Paese.
La richiesta di aumentare gli esuberi è inaccettabile, perché riduce le capacità di espansione dell’attività della nostra compagnia aerea, mentre l’esigenza d’incrementare l’utilizzo delle rotte aeree è divenuta evidente e lascia grandi spazi alla loro utilizzazione. Cosa di cui potrebbe giovarsi la nostra nascente ITA, che dovrà prendere il posto di Alitalia.
Mi sento di dire a Draghi di dimostrare la sua fermezza anche in campo economico, specialmente nei confronti del Ministro Cingolani, il quale sta agendo in modo che l’Ilva, attualmente ancora in mano italiana, contratti con ArcelorMittal, sua affittuaria, per poter partecipare, con molte laute elargizioni economiche, al capitale di questa ultima, creando così un mostro giuridico, nel quale il locatore (l’Ilva) affitta la gestione dell’acciaieria a una società straniera sua affittuaria e poi paga quest’ultima (prima con 400 milioni di euro, e poi subito con altri 600) per entrare a far parte del suo capitale sociale.
Insomma la mia conclusione è sempre la stessa: occorre osservare gli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”