La situazione del corona virus continua ad essere stazionaria, e il stenta a trovare una soluzione che consenta la riapertura delle scuole dopo Pasqua.
Il fatto più importante di cui oggi parla la stampa è il Consiglio dei Capi di Stato e di governo dell’Unione europea di ieri e di oggi.
Ha fatto breccia il discorso di Biden, in collegamento audiovisivo, il quale ha posto le premesse per una politica internazionale comune di Usa e Europa, nei confronti di Cina, Russia, Turchia, Caucaso, Balcani occidentali e Europa orientale.
Si spera che questo clima di forte alleanza non si traduca in una nostra subordinazione politica agli Stati Uniti.
A tal proposito è da tener presente, come dato significativo, il fatto che l’Unione europea non accetta i vaccini offertici da Russia e Cina e aspetta soltanto i vaccini americani che saranno disponibili solo dopo che siano stati soddisfatti i bisogni interni statunitensi.
Importante, in sede di Consiglio dei Capi di governo, è stato l’intervento di Mario Draghi, il quale ha alzato la voce contro le inadempienze delle case farmaceutiche, AstraZeneca in testa, invitando l’Europa ad adire alle complicate vie legali contro le aziende farmaceutiche inadempienti.
Ha dimenticato, il nostro Presidente del Consiglio, che egli è stato, e continua ad essere, il sostenitore delle privatizzazioni in ogni campo, e resta fermo, in modo imperterrito, sulle sue posizioni anche se smentite dai fatti, i quali richiedono evidentemente che i servizi pubblici essenziali, come quelli sanitari e farmaceutici, siano nella mano pubblica (art.43 Cost.) e non dipendano dalla lotta per i profitti delle multinazionali farmaceutiche private.
Egli mantiene ferma la sua attenzione sull’Europa e sostiene la necessità di una politica fiscale comune e dell’emissione di EuroBond. Fatti evidentemente necessari, ma assolutamente inidonei a risolvere i gravi problemi che incombono sull’Unione europea, la quale non è uno Stato federale e non ha la strumentazione giuridica necessaria per la soluzione di problemi di così vasta portata.
Il mio invito a Draghi è quello di rivolgere la sua attenzione alla situazione sanitaria ed economica italiana dove, tra l’altro, a causa delle privatizzazioni, sono diventati padroni assoluti dei servizi pubblici essenziali, da un lato i concessionari delle autostrade e dall’altro gli affittuari dell’acciaieria Ilva.
Per quanto riguarda le autostrade, l’offerta di Cassa depositi e prestiti (9,1 miliardi di euro) è stata ritenuta insufficiente e illegale dal fondo inglese Tci, il quale ha avuto l’ardire anche di far la voce grossa, come se i concessionari non fossero semplicemente usuari delle autostrade, ma padroni a tutti gli effetti.
Il che ovviamente suona come una mancanza di rispetto verso la sovranità del Popolo italiano.
D’altro canto ArcelorMittal, affittuaria dell’Ilva, non mantiene fede ai suoi impegni, ha un atteggiamento contraddittorio, pretende altri soldi dallo Stato italiano e agisce anche essa come se fosse la proprietaria e non l’affittuaria dell’Ilva.
A pagarne le conseguenze sono i lavoratori che sono stati messi in cassa integrazione, addirittura a loro insaputa.
A mio avviso ritengo che sia diventato indispensabile che il governo Draghi revochi le concessioni delle autostrade e disdica il contratto di affitto con ArcelorMittal, nazionalizzando queste due enormi fonti di ricchezza nazionale.
In tal modo eviterebbe inutili sprechi di denaro pubblico e restituirebbe all’Italia la dignità che le spetta, in base agli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”