Enrico Letta assicura il sostegno del PD al governo Draghi

Enrico Letta assicura il sostegno del PD al governo Draghi

Il contagio da corona virus continua la sua ascesa e tutte le speranze per uscirne si fondano su prossimi lockdown o semi-lockdown, unitamente alla più ampia diffusione dei vaccini.

Preoccupano le reazioni avverse al vaccino AstraZeneca, nonostante le assicurazioni della casa produttrice.

Si resta in attesa delle autopsie di coloro che hanno perso la vita subito dopo la somministrazione di questo vaccino, e si spera in un referto che possa rasserenare gli animi di coloro che ancora devono sottoporsi a questo trattamento sanitario.

Sul piano politico appare evidente che la nomina a segretario del PD di Enrico Letta sia una scelta governista, che si è rafforzata come l’unica strategia di quel partito.

Colpisce il fatto che il discorso di insediamento di Enrico Letta non ha nulla di sinistra. Egli non nomina neppure il principio di eguaglianza, che è l’idea guida di un partito di sinistra, e sembra rinunci definitivamente ai caratteri distintivi di questo partito, che oramai ha perso la sua identità e può essere sostituito da qualsiasi altra formazione politica.

Molto negativo è il fatto che egli non si preoccupi della situazione lavorativa, che è diventata disastrosa e per la quale il Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti ancora non adotta nessun provvedimento.

Eppure Stefano Fassina e Nicola Fratoianni hanno sollecitato il Ministro Giorgetti su questa insosteniubile sitazione.

A mio avviso Letta pone come obiettivo del suo programma l’incondizionato sostegno a Mario Draghi; non per nulla egli fu allievo prediletto di Beniamino Andreatta, autore del divorzio fra Tesoro e Banca Italia e lo stesso Draghi diresse, in quel periodo, la campagna delle privatizzazioni.

Purtroppo c’è da aspettarsi una ininterrotta politica neoliberista, fondata sulla privatizzazione e svendita delle fonti di produzione di ricchezza nazionale a favore di inetti faccendieri privati e fameliche multinazionali, con la perdita definitiva del patrimonio pubblico, sulla cui consistenza si misura il benessere di una Nazione.

Mi sarei aspettato che Letta, oltre a citare l’articolo 49 della Costituzione, avesse citato gli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 Cost., ponendo in evidenza l’appartenenza al Popolo, a titolo di sovranità, della proprietà pubblica dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia, delle situazioni di monopolio e delle industrie strategiche, in modo da mutare sostanzialmente l’attuale sistema economico predatorio, patologico e disumano neoliberista in un sistema fisiologico e produttivo.

Ma evidentemente questo urta con il programma governativo di Draghi, che assurdamente predica nuove cessioni di sovranità da parte dello Stato italiano all’Unione europea, dimenticando che l’Unione europea non è uno Stato federale, l’unico capace di acquistare sovranità ad esso ceduta, per cui non si capisce dove e a chi finisce per esser data la parte di sovranità dismessa dal Popolo italiano, e tutto questo, come abbiamo ripetuto, in palese contrasto con l’articolo 11 della Costituzione, che parla solo di limitazioni di sovranità (poiché la sovranità è incedibile, essendo elemento strutturale dello Stato-Comunità).

Ritengo pertanto che Letta strutturerà, se ne sarà capace, il PD come un partito governativo, in pratica uno Stato-Partito, come dice Alfonso Gianni, che non si fonda affatto sul principio di eguaglianza e di tutela dei lavoratori che costituisce l’elemento fondamentale di identità di un vero partito di sinistra.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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