Il contagio da corona virus aumenta la sua virulenza e virologi di alta esperienza prevedono una sua ulteriore recrudescenza, che potrebbe portare il governo a disporre un nuovo lockdown per tutta l’Italia.
La stampa odierna riporta in primo piano la questione del Mes, e si chiede come mai l’arma fondamentale con la quale Renzi ha fatto crollare il governo Conte 2, sia scomparsa dall’attenzione del nuovo governo.
Se l’europeista Draghi tace su questo argomento, non è difficile capire che anche la questione del Mes implica delle difficoltà di rapporti con l’Unione europea, nonché probabili danni sul piano economico-finanziario per l’Italia. Come aveva previsto la petizione contro il Mes, presentata alle Camere dalla nostra Associazione Attuare la Costituzione, con oltre 70 mila firme.
Quanto difficili siano i rapporti con l’Europa è stato per altro inconfutabilmente dimostrato da una sentenza del Tribunale europeo, confermata dalla Corte di giustizia europea (con sentenza del 2 marzo 2021), a proposito dell’errore macroscopico in cui è caduta la Commissione europea nel considerare aiuto di stato il soccorso economico dato alle banche italiane in difficoltà da parte del privato e italiano Fondo interbancario di garanzia dei depositi (Fitd).
Tale comportamento della Commissione ha prodotto il fallimento di varie banche e l’applicazione del bail-in (cioè della perdita dei fondi depositati da parte di privati risparmiatori) delle seguenti banche: Carichieti, Etruria, Banca Marche, CassaFerrara e Banca Tercas, nonché l’acquisizione per un euro delle due banche Popolari venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) da parte della banca Intesa Sanpaolo, per la quale acquisizione lo Stato italiano fu costretto a pagare a quest’ultima 3,5 miliardi di euro.
Tutto questo è avvenuto sotto il governo Renzi, il quale fu completamente passivo nei confronti della Commissione europea, che pur stava violando il diritto europeo in maniera tanto macroscopica. E fu peraltro il suo governo a risarcire parzialmente i danni subiti dai risparmiatori, a causa dell’applicazione della direttiva bail-in nei confronti delle suddette banche, ponendo a carico dello Stato un esborso di oltre 1,5 miliardi di euro. E ciò a prescindere dall’importo dell’ingente sanzione inflitta all’Italia per il supposto aiuto di Stato a dette banche.
Ora, il governo Draghi dovrebbe agire in sede europea per ottenere il risarcimento dei danni causato dall’illegittimo comportamento della Commissione stessa, fermo restando la probabile configurabilità di una responsabilità amministrativa sua e quella di Renzi.
Queste vicende dimostrano ancora una volta che l’Italia deve impegnarsi molto attivamente nella ricostruzione dell’Unione europea, finora fondata sui concetti errati del neoliberismo economico, come quello dell’austerità e del patto di stabilità, che per altro la stessa Ue ha prorogato fino alla fine del 2022, con ciò riconoscendo quanto dannoso e superato sia l’attuale sistema economico patologico e predatorio del neoliberismo seguito dall’Unione stessa.
Si ricorda, ancora una volta, che l’azione dei manovratori europei, dal Trattato di Maastricht in poi, ha fortemente danneggiato l’economia del nostro Paese e che l’unica via d’uscita è quella di dare esecuzione agli articoli 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione, che, per costante giurisprudenza costituzionale, prevale sulle norme dei Trattati.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”