Il dado è tratto, occorre adesso salvare il salvabile, e poi, in un secondo momento, accertare, sul piano politico, le responsabilità che si è assunto Matteo Renzi.
Non c’era nessuna necessità di aprire una crisi di governo. Le richieste di Italia Viva e, in particolare, l’aumento dei fondi per la sanità erano state pienamente accolte in sede governativa; il governo Conte, nonostante qualche errore, ha ben governato la crisi sanitaria ed è da sottolineare che fare esplodere una crisi di governo in un momento così drammatico a livello economico e sanitario è davvero irragionevole e dannoso.
Da più parti si sostiene che abbia avuto la meglio l’irrefrenabile protagonismo di Renzi, il quale concepisce la politica entro i limiti del “palazzo” e non tiene in nessun conto le condizioni generali italiane, europee e mondiali in cui ci troviamo.
Le sue affermazioni sono assolutamente contraddittorie e si fondano principalmente sul tentativo di attrarre i voti di coloro che mal sopportano le restrizioni sanitarie, negando l’esistenza del virus. Si è giunti al ridicolo di ritenere l’interesse dei ristoratori e dei pizzaioli (ai quali va riconosciuto un completo risarcimento dei danni) non sacrificabili sull’altare delle necessità sanitarie del Popolo. Si è sostenuto in sostanza l’assurdo che le conseguenze economiche delle restrizioni sanitarie sono meno urgenti delle necessità economiche, come se un ammalato di corona virus o un morto per corona virus potessero ancora lavorare.
Insomma siamo caduti nell’assurdo. E questo è il momento dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti i governanti per controbattere gli effetti dannosi per l’Italia prodotti da questa inconsulta azione di Matteo Renzi.
A lui ribadiamo che l’articolo 54 della Costituzione gli impone di agire con disciplina ed onore, qualità che invero non si registrano affatto nel suo irrazionale operato.
Sfugge ai nostri politici, Matteo Renzi in testa, che il vero problema è l’essere caduti in un sistema economico incostituzionale, predatorio, immorale, asociale, neoliberista, in virtù del quale, come Paese più debole economicamente, abbiamo svenduto agli stranieri e specialmente ai francesi grandissima parte delle nostri fonti di produzione di ricchezza.
E la lezione in questo campo ci proviene proprio dalla Francia, il cui ministro dell’economia Bruno Le Maire ha rifiutato l’offerta di acquisto della catena di distribuzione Carrefour da parte di una multinazionale canadese, rispondendo che “la sovranità alimentare dei francesi viene prima di tutto”.
Avremmo capito l’azione di Renzi se avesse propugnato la nostra sovranità alimentare, monetaria, economica, finanziaria e così via dicendo e non abbia invece giocherellato, come in una misera lotta fra poveri, sulla distribuzione delle somme elargite dall’Unione europea, elemosinando addirittura anche la richiesta dei proventi del Mes, un’azione pericolosissima, perché, come si legge nel relativo trattato istitutivo, gli operatori del Mes sono esenti da qualsiasi responsabilità penale, civile e amministrativa e immuni sono i loro archivi.
Renzi, insomma, come ha già dimostrato con la sua deforma costituzionale del 2016, per fortuna respinta in sede referendaria dagli italiani, vuole l’Italia sottomessa allo straniero, come dicevamo ieri, avendo come punto di riferimento la fulgida figura di Badoglio.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”