La curva del contagio segna un lieve aumento che non dispone gli animi all’ottimismo. La Germania, con grande determinazione, mette in atto un lockdown fino al 10 gennaio, dimostrando di agire in modo razionale, poiché lasciare la possibilità di assembramenti aumenta i contagi e danneggia l’economia.
Insomma se si vuol salvare l’economia occorre prima difendere la salute dei cittadini. Su questa posizione sembra orientarsi anche il nostro governo, sia pur tra molti contrasti sul piano politico.
Per quanto riguarda l’economia si registra un rilancio di Alitalia, con l’utilizzo dei 3 miliardi predisposti dal governo, ma con la tragica dimezzazione delle attività e soprattutto del personale.
In realtà assistiamo al solito sistema, di carattere neoliberista, secondo il quale il denaro del Popolo serve per risanare imprese fatiscenti, al fine di restituirle agli imprenditori privati soprattutto stranieri. È davvero avvilente pensare che, dopo le esperienze negative del vigente sistema economico, e dopo i durissimi colpi a questo apportati dalla pandemia del corona virus, non si vuol capire che l’unica salvezza del Popolo italiano sta nella nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio, di cui l’articolo 43 della Costituzione, le quali sono le principali fonti di produzione della ricchezza nazionale.
Sembra che i nostri politici, i nostri manager e il nostro governo abbiano ancora la mente offuscata dal pensiero unico dominante del neoliberismo, senza tener conto che questo modo di agire è pienamente in contrasto con i principi e i diritti fondamentali (specie dei lavoratori) previsti in Costituzione.
La situazione potrebbe risollevarsi soltanto se il Popolo riprendesse coscienza che secondo l’articolo 1 della Costituzione spetta ad esso la sovranità e il suo esercizio. A tal fine è molto incoraggiante il fatto che si sta discutendo in Senato una legge costituzionale che dovrebbe restituire al Popolo la possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale nei casi in cui il legislatore reintroduca nell’ordinamento leggi abrogate attraverso un referendum, violando così la volontà popolare espressa mediante l’esercizio del diritto fondamentale del voto, sancito dall’articolo 48 della Costituzione.
Ci auguriamo che questo disegno di modifica costituzionale, proposto dai senatori Gianluca Perilli ed altri, sia approvato al più presto e riesca a riaccendere l’interesse popolare a far valere l’esercizio della propria sovranità e la tutela giurisdizionale del diritto fondamentale di voto.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”