Dedichiamo l’articolo di oggi a un fatto di enorme importanza del tutto trascurato dalla stampa e dai media italiani: si tratta della perdita della metà del porto di Trieste a favore dei tedeschi.
Trieste fu liberata dal dominio austriaco nel 1918 a seguito della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918). Subì, poi, dopo la seconda guerra mondiale, la sua trasformazione nel cosiddetto territorio libero di Trieste, sottoposto all’amministrazione anglo-americana. Finalmente nel 1954 fu riconsegnata agli italiani.
Ma a togliere agli italiani, per la terza volta, il porto di Trieste fu la legge del 28 gennaio 1994, numero 84, proposta dal governo Ciampi, che ebbe la geniale idea di cedere, privatizzandolo, il suddetto porto a un gruppo di faccendieri.
La privatizzazione persegue, tra l’altro, un effetto, che normalmente si ottiene mediante una guerra, poiché essa, tra l’altro, produce la sottrazione di un territorio (o di un altro bene) alla proprietà pubblica del Popolo italiano a favore di una società lucrativa (nel caso S.r.l.), e cioè a pochi soci. Inoltre la costituzione di una società lucrativa apre la via all’impossessamento del bene di cui si tratta a chiunque voglia compare le relative azioni.
E proprio questo è avvenuto per il porto di Trieste, costruito e raddoppiato con soldi italiani, e ceduto dai suddetti faccendieri a una società tedesca la Hamburger Hafen und Logistik Ag (Hhla).
È da sottolineare che l’italianità di Trieste subisce oggi un affronto senza limiti, poiché il Ministro dello sviluppo economico Patuanelli, con una farsesca cerimonia ufficiale, inaugurerà il nuovo porto che sarà rilevato per il 50% dalla società tedesca sopra citata.
Per noi si tratta di un avvenimento luttuoso che merita la riprovazione nei confronti di coloro che lo hanno prodotto da parte di tutti gli italiani e dai nostri connazionali che hanno pagato col sangue la riconquista di questo territorio e che ora si rivolteranno nella tomba.
Se vogliamo ricostruire l’Italia, questo deve essere il punto di partenza per abolire tutte le privatizzazioni, riprendere i beni pressoché gratuitamente ceduti a faccendieri e fameliche multinazionali e restituirli alla proprietà pubblica del Popolo sovrano.
Restare inerti di fronte alla distruzione di quanto gli italiani hanno pagato col sangue è un crimine sacrilego ed è in pieno contrasto con l’articolo 52 della Costituzione, secondo il quale “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Se fanno lavorare il Porto di Trieste non mi sembra una cessione di sovranità. Nel caso sarebbe la prima cosa buona fatta dai 5 Stelle. Mia opinione
Concordo con la sua analisi e rimedio conseguente a cui un governo equo dovrà provvedere
dopo essersi presi tutti gli aeroporti turistici della Grecia, ora i tedeschi si prendono uno dei maggiori porti italiani, Trieste.
Ufficialmente – questa è la sciocca ragione addotta dagli anglosassoni per loro ragioni interne – sarebbe per contrastare la Cina che ha già molto potenziato il porto del Pireo, in Grecia.
In realtà la Rep. Fed. di Germania (Est e Ovest) allunga le mani sul Mediterraneo, mentre i turchi di ErdoGan (si, sono discendenti dei nomadi unni/selgiuchidi … ) mettono in difficoltà la Grecia per conto degli S.U.d’A. proprio a causa del porto del Pireo.
I tedeschi entrano nel porto di Trieste (prima che i cinesi l’affittassero) con il 50,01% cioè la maggioranza delle azioni e dei voti in consiglio d’amministrazione e in assemblea societaria.
https://www.huffingtonpost.it/entry/i-tedeschi-entrano-nel-porto-di-trieste-prima-dei-cinesi-il-colosso-pubblico-di-amburgo-rileva-la-nuova-piattaforma_it_5f72ec37c5b6f622a0c3eff3
Questo puntuale articolo del Prof. Maddalena sulla “riconquista” da parte dei tedeschi del porto di Trieste, stavolta senza sparare, ma in attuazione degli incostituzionali trattati “europei” che quei traditori e utili idioti hanno sottoscritto in danno della popolazione italiana tutta, ma in favore dei “rentiers” di keynesiana memoria chiarisce la situazione.
Sempre in danno della collettività va avanti il costosissimo ed illegale “balletto” criminogeno con i soci della Atlantia-Aspi, protetti da Bruxelles e da loro truffaldine manovre scansa-responsabilità. L’articolo:
https://www.ilmessaggero.it/economia/news/autostrade_ue_governo_diretta_ultima_ora_30_settembre_2020-5493477.html
Questi alcuni dei risvolti della “politica” anti-sociale liberista a guida monetarista tedesca tramite la BCE. Le ulteriori conseguenze verranno ineluttabilmente quando si dovrà restituire i soldi finti presi a prestito per la crisi&pandemia con l’inganno dei riformisti alla rovescia, a partire da quel Prodi Romano, fino ad arrivare all’impresentabile ministro degli esteri odierno.
Questa è la vera economia, quella che non si sa perché nelle università non si insegna.
É davvero arrivato il momento di un nuovo Risorgimento Socialista che raggruppi tutte le forze progressiste di liberazione autenticamente socialiste (coerentemente contro-liberiste) e ambientaliste. Si tratta di costituire un forte raggruppamento extra-parlamentare che riporti la politica economica , la politica monetaria e la politica industriale al servizio della Repubblica italiana così come costituita con la Costituzione del 1948, dell’ambiente e della collettività, riportando a proprietà del demanio i beni comuni. Con l’appoggio dei sinceri progressisti e dei fuoriusciti di alcuni partiti, raggruppatisi nel gruppo misto che sicuramente non saranno rieletti con la riduzione dei parlamentari. Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per riportare a ragione il diritto dei popoli e delle loro libertà, debellando la schiavitù liberista, per la democrazia economica e partecipata. E vale anche per la Francia.