Orgoglio per la ricostruzione del Ponte di Genova e per le capacità di rinascita insite nel Popolo italiano e vivissimo cordoglio per le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, sono stati espressi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, dal Commissario straordinario e Sindaco di Genova Marco Bucci e dal governatore della Liguria Giovanni Toti.
Quello che non è stato messo a punto è che il crollo del Ponte di Genova ha colpito dolorosissimamente, non solo le vittime e i loro familiari, ma l’Italia tutta, che si è vista privata di una così importante via di comunicazione.
Il Presidente Mattarella ha sottolineato che le responsabilità hanno un nome, e che i responsabili devono essere perseguiti.
Gli altri intervenuti hanno invece posto l’accento sulle capacità di rinascita insite nel carattere del Popolo italiano.
Nessuno ha posto in evidenza che la ricostruzione è stata effettuata da due società pubbliche e da una privata, le società pubbliche, cioè quelle il cui capitale appartiene a tutti i cittadini italiani, sono state ItalFer e Finmeccanica.
Il che vuol dire che senza l’intervento dello Stato il Ponte sarebbe stato ricostruito alle calende greche. Occorre sottolineare con forza che qualsiasi rinascita ha bisogno dell’impegno di tutti i cittadini, cioè del Popolo e dello strumento fondamentale del patrimonio pubblico del Popolo italiano. Ora in estremo deficit per la sua estrema dissipazione tra privati faccendieri (cui è da addebitarsi il crollo del ponte di Genova) e fameliche multinazionali.
Sottolineiamo con forza che la rinascita dell’Italia passa indiscutibilmente attraverso la nazionalizzazione di tutti gli Enti pubblici economici trasformati in S.p.A., perché, come più volte abbiamo detto, l’ente pubblico agisce con la proprietà pubblica del Popolo italiano e nell’interesse di tutti i cittadini, mentre le società private (ed è facile per i privati, italiani e stranieri, scalare le S.p.A. pubbliche) agiscono con i soldi dello Stato, riservando a se i guadagni che spetterebbero all’intero Popolo.
È questo il punto centrale della questione che non è affatto emerso dai discorsi inaugurativi di ieri.
Singolare è la dichiarazione della ministra De Micheli, secondo la quale le spese della ricostruzione del Ponte saranno sostenute da Aspi: il che significa che intanto le spese sono state sopportate dal bilancio dello Stato e cioè di tutti i cittadini nella speranza di un successivo risarcimento da parte dei responsabili.
Scoraggia fortemente la constatazione che in tutti gli interventi citati manca il concetto fondamentale secondo il quale il sistema economico predatorio neoliberista, ora imperante, non è un dato di fatto assolutamente scontato, e che qualsiasi rinascita ha bisogno della ricostituzione di un sistema economico produttivo di stampo keynesiano, che fu costruito, nell’interesse del Popolo, e non nell’interesse delle finanza e delle multinazionali.
Queste, infine, hanno ottenuto il loro sostegno anche dai trattati di Maastricht e di Lisbona, nonché da una decisione della Corte di giustizia europea secondo la quale sono ammissibili anche i pagamenti delle tasse in paradisi fiscali, come l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, ecc.
L’occasione di Genova deve essere per noi anche l’occasione di rivedere detti trattati, anche mediante ricorso alla stessa Corte di giustizia europea e alla Corte internazionale dell’Aja sui Trattati, perché è illogico e giuridicamente inammissibile che in una unione, cioè nell’ambito di una organizzazione internazionale comunitaria, ci siano paradisi fiscali e azioni di dumping, attraverso i quali i Paesi più forti si impadroniscono di tutti i mezzi di sussistenza dei Paesi economicamente più deboli.
Ci permettiamo di aggiungere alle belle parole espresse dalle autorità intervenute alla cerimonia d’inaugurazione del Ponte, questo auspicio di enorme significato: l’Italia deve smettere di adeguarsi al diritto europeo, che ha dimenticato il principio di coesione economica e sociale e fonda tutto sul principio nefasto della concorrenza fra Stati.
Insomma l’Italia, come fanno Germania, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia e altri Paesi, deve far prevalere, come affermano concordi la giurisprudenza costituzionale italiana e tedesca, la propria Costituzione repubblicana e democratica sui Trattati, nel senso che l’interesse nazionale non può cedere di fronte ad altri interessi nazionali, i quali non possono assolutamente definirsi interessi europei.
Secondo l’articolo 11 della nostra Costituzione: l’Italia consente a limitazioni della propria sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati, per il raggiungimento della giustizia e della pace fra le nazioni.
È indiscutibile che oggi l’Unione europea non persegue la giustizia fra le Nazioni, ma da forza ai Paesi forti affinché conglobino dentro di loro le ricchezze dei Paesi più deboli.
La critica che ci sentiamo di fare a tutti gli interventi per la cerimonia inaugurale del nuovo Ponte San Giorgio è che da nessuna parte è stato espressa la prevalenza della Costituzione repubblicana, nella quale, come direbbe il Gioberti, è condensato il primato “morale e civile degli italiani”.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Come possiamo sperare che sia possibile una rinascita dell’ Italia un Italia che con orgoglio sia capace di spezzare le catene di un Europa tutt’ altro che unita con politiche neoliberiste basate solo su la finanza ed una moneta che ci obbliga a pagare interessi da strozzini condizionando pesantemente la nostra Politica economica e sociale rendendo i nostri politici delle “marionette” nelle mani di commissioni europee di persone non votate da nessuno che godono di immunità e di prendere decisioni insindacabili nei confronti de gli Stati ! Altro che democrazia. Per far valere la nostra costituzione é necessario tornare ad un Italia sovrana cosa che ,purtroppo é distante anni luce da i propositi de gli attuali partiti siano di destra o di sinistra.Ci vorrebbe davvero uno scatto d’orgoglio di tutto il popolo Italiano per far diventare questo sogno realtà.