Ispira questo nostro articolo il sentimento di grande cordoglio per le vittime italiane e straniere dell’immensa sciagura del Coronavirus.
Nello stesso tempo riteniamo di dover onorare l’eroico comportamento di medici infermieri e tecnici, che, pur nelle ristrettezze economiche dovute ai tagli alla sanità, impostici dalla illogica terapia europea dell’austerity, hanno avuto un comportamento eroico, esponendo la loro salute e la loro vita con spirito di abnegazione e di senso del dovere.
Ci pare di dover sottolineare che questa immane sciagura dimostra innanzitutto quanto sia falsa l’idea della “crescita illimitata”. È addirittura un virus che ora sta limitando questa crescita in modo gravissimo, ponendo in discussine persino le più pessimistiche previsioni riguardanti la salute umana.
La teoria neoliberista, la quale, ripetiamo, è tutta fondata su presupposti sbagliati, ha colto il suo primo “smacco” a livello globale.
Ora i nostri politici, anche quelli più superbi, devono riconoscere che il neoliberismo è una teoria sballata. Il suo fulcro è nelle “privatizzazioni”. E ora, dopo aver ceduto numerosi ospedali, come ad esempio a Roma il San Michele e il Forlanini, le autorità sanitarie sono state costrette a chiedere aiuto alle strutture ospedaliere militari. Ma sappiamo bene che anche queste sono limitate e che molto è stato fatto anche per svendere le caserme del ministero della Difesa.
Se, Dio non voglia, l’infezione raggiungerà , come dicono gli esperti, il 30% della popolazione italiana, in quale ospedale le persone infette potranno essere ricoverate?
Quello da salvare in ogni tempo è il “patrimonio pubblico”, che deve riguardare soprattutto l’istruzione, la sanità e i trasporti. Settori nei quali maggiormente si è esercitato il sistema malefico delle privatizzazioni.
Si è vissuto sull’oggi senza pensare che la riduzione dei mezzi finanziari a disposizione del popolo possono improvvisamente diventare insufficienti in caso di emergenza come quello attuale del Coronavirus.
Ci auguriamo che quanto sta avvenendo, se non riesce a convincere gli economisti bocconiani, quanto meno convinca la maggior parte della popolazione italiana, alla quale la nostra Costituzione riserva anche un potere “negativo oppositivo”, cioè un potere che si opponga persino alla legislazione quando essa si dimostra inidonea a fronteggiare le difficoltà presenti e future.
La Costituzione fa rientrare in questo “potere negativo” lo sciopero e il ricorso alla Corte Costituzionale. Ma la via più importante da seguire è quella della comunicazione, che, purtroppo, si è ridotta per ora a un tipo di comunicazione porta a porta, avendo, gli irresponsabili nostri governanti, monopolizzato e posto sotto controllo la televisione, internet, la radio e i giornali.
Come al solito la nostra salvezza risiede soltanto nell’osservanza della nostra Costituzione Repubblicana e Democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”