Sfugge agli italiani la causa fondamentale del nostro disastro economico

Mentre un nuovo flagello si abbatte sull’umanità con rapidità impressionante: lo sconosciuto virus letale di Whan, una città di 11 milioni di abitanti messa in quarantena, i nostri politici fanno di tutto perché l’attenzione del Popolo, che a breve voterà per le elezioni in Emilia Romagna e in Calabria, sia distolta dalla realtà e concentrata sui personaggi che mirano soltanto a conquistare le loro poltrone.

Da un lato Salvini si sta spendendo in una sorta di maratona percorrendo l’Emilia in lungo e in largo, arrivando persino a rivestire le funzioni di un pubblico ufficiale nei confronti di un presunto spacciatore, che tale non era, d’altro canto nel Movimento 5 Stelle il passo indietro di Luigi Di Maio accende una lite senza quartiere tra i partecipanti al Movimento stesso.

Insomma da un lato si dice “Salvini sì, Salvini no”. Dall’altro si dice “Di Maio si, Di Maio no”.

Intanto l’Italia continua a precipitare nell’abisso di un’economia che muore e che produce ogni giorno sempre più disoccupati, rendendo sempre i più ricchi i ricchi e più numerosi e più poveri i poveri.

E nessuno pone in primo piano il vero problema che ci attanaglia: l’aver dissipato le nostre fonti di produzione di ricchezza del Popolo sovrano tra singoli privati incapaci e fameliche multinazionali, eliminando il patrimonio pubblico italiano, e cioè gli strumenti indispensabili per attuare una politica che salvi il nostro Paese.

Qualche idea positiva, e specialmente quella di tornare alla nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, spunta qua e là. Ma tutto viene messo sotto silenzio dallo strepito dei personalismi beceri che dominano la politica.

Occorrerebbe il ritorno alla ragione e dovrebbe diffondersi una sola voce concreta: quella di badare ai problemi reali della redistribuzione della ricchezza alla base della piramide sociale (unico strumento che consente di far circolare il denaro) e di attuare in tutti i suoi aspetti, e specie in quello economico, la nostra Costituzione Repubblicana e Democratica.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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