La logica ha abbandonato le menti degli uomini, e anche dei potenti che governano il mondo.
Di fronte al saggio discorso della diciassettenne Greta Thunberg, che pone l’accento sui gravissimi rischi che corre la vita del Pianeta, Trump ha avuto l’ardire di opporre che si tratta solamente di “profezie di sventura”, costruite da chi vuole reprimere l’inarrestabile sviluppo economico della potenza degli Stati Uniti.
Per Trump non esistono: lo scioglimento delle calotte polari, lo scioglimento dei ghiacciai delle montagne di tutto il mondo, gli immani incendi dell’Amazzonia, della Siberia, dell’Africa e, da ultimo, di gran parte dell’Australia.
Di fronte a questo atteggiamento non si può non pensare che i casi sono due: o Trump effettivamente ha la mente talmente oscurata dal pensiero neoliberista per cui non riesce a vedere altro che lo sviluppo economico degli Stati Uniti, oppure egli sa che viviamo nelle società della menzogna e che compito dei politici è quello di distogliere la mente della gente dalla realtà e convogliare le loro convinzioni per fini personali o, al massimo, partitici.
È quest’ultima sicuramente la linea seguita da Matteo Salvini, il quale di fronte ai gravi problemi ambientali e economici (i quali provocano quelli ambientali) fa di tutto per spostare l’attenzione della gente su se medesimo, per cui, secondo lui, non si dovrebbe parlare della realtà economica e sociale e comunque degli obiettivi reali cui dovrebbero tendere le elezioni regionali, ma solo del tema: “Salvini sì, Salvini no”.
E l’assurdo, per altro, è che questo personaggio affermi l’enorme balla di aver difeso i confini della patria.
Egli non sa, o finge di non sapere, che chi si trova su una nave italiana, per giunta militare, è già in territorio italiano, come è già in territorio italiano chi si trova in imbarcazioni che stazionano in acque territoriali.
Egli, quindi, ben conscio dell’arte politica della menzogna, si veste da martire e, profanandone l’idea, invita tutti a un digiuno per il suo martirio.
Come si accennava, dobbiamo invece pensare ai problemi reali e tra questi la stampa odierna pone in primo piano quello dell’Ilva.
I legali dell’amministrazione straordinaria hanno posto in evidenza le gravi inadempienze di Arcelor Mittal, la quale ha dato prova in più occasioni, come scrivono gli stessi legali: “di aver portato avanti le consuete logiche di un certo tipo di capitalismo d’assalto, secondo le quali se a valle dell’affare concordato si guadagna, allora “guadagno io”, mentre se invece si perde, allora “perdiamo insieme””.
È chiaro che in questo caso deve trovare applicazione l’articolo 1453 del Codice civile, secondo il quale l’amministrazione controllata può chiedere: o la risoluzione del contratto, o il suo adempimento.
Detti legali insistono per questa seconda risoluzione, ma noi siamo convinti, e lo abbiamo ripetuto più volte, che si deve scegliere “la risoluzione del contratto” unitamente al risarcimento dei gravi danni che Arcelor Mittal ha provocato all’azienda, all’economia italiana e alla salute dei pugliesi.
Infatti come è possibile ritenere che un’impresa così poco affidabile possa in futuro adempiere ai suoi doveri?
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”