Le autostrade sono state costruite dallo Stato con le tasse dei contribuenti

Le Autostrade italiane sono gestite mediante concessione a privati per 5978 chilometri e dall’ANAS, nata come azienda di Stato e poi trasformata in S.p.A. il primo gennaio 2003 (governo Berlusconi), per i restanti 940 chilometri.

Se si tiene conto che le concessioni sono a lungo termine e sovente sono state rinnovate, si può affermare che, nei fatti, quasi tutte le autostrade italiane sono state privatizzate, cioè è stato concesso ai privati il diritto di gestirle (cosa che non hanno fatto) e di riscuoterne i profitti (cosa che hanno ampiamente fatto).

D’altro canto la stessa trasformazione in S.p.A. dell’ANAS ha fatto in modo che anche questa società pubblica possa essere scalata da privati.

Gli effetti di questa insensata privatizzazione, dettata dal pensiero distruttivo del neoliberismo, sono i seguenti: crollo del Ponte Morandi, distacco dal soffitto della galleria Bertè di 2,5 tonnellate di materiali, situazione di imminente pericolo per oltre 200 gallerie autostradali, come indicato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 7 novembre 2019, il quale ha imposto altresì il divieto di transito, in dette gallerie, a tutti i mezzi pesanti, nonché il divieto di sorpasso e forti limiti di velocità.

Una vera tragedia della viabilità in Italia. E, nonostante questo, Renzi e alcuni altri soggetti del PD vogliono ancora rinnovare le concessioni a Benetton.

È evidente che i nostri politici, con la mente ottenebrata dal neoliberismo, non perseguono più l’interesse e la sicurezza degli italiani, ma si preoccupano soltanto di trasferire a privati inesperti i profitti che sono di pertinenza di tutti i cittadini. Non si può dimenticare infatti che le autostrade sono state costruite dallo Stato con le imposte e le tasse versate dai contribuenti.

In conclusione, per risolvere questo gravissimo problema, non esiste altra via che quella di applicare l’articolo 43 della Costituzione, secondo il quale: “i servizi pubblici essenziali (e quindi le autostrade) devono essere gestiti, dallo Stato, da Enti pubblici o da Comunità di lavoratori o di utenti”.

La ritrasformazione delle S.p.A. pubbliche o private in Aziende o Enti pubblici è peraltro imposta dall’Europea nella cui errata strutturazione ci hanno spinto insensatamente i nostri governanti. Infatti come era da spettarsi, il 19 dicembre 2019, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso la sentenza numero C-385/18, Arrivaitalia S.r.l., secondo la quale: costituisce aiuto di Stato, vietato dai Trattati, lo stanziamento di risorse finanziarie a S.p.A. pubbliche o private, ovvero la partecipazione pubblica totalitaria a una di queste imprese. In sostanza siamo condannati a far perire le nostre fabbriche, anche in temporanea difficoltà, a favore delle multinazionali e della finanza che sono messe in grado di acquisirle a prezzo vile.

Per le autostrade, per Alitalia, per Ilva e per tutte le altre situazioni di questo genere è assolutamente privo di senso spendere denari pubblici invocando poi l’acquisto da parte di società private straniere. Queste fonti di produzione di ricchezza nazionale sono italiane e devono restare in mano degli italiani.

D’altro canto per mantenere situazioni ambigue, come quelle di Alitalia e dell’Ilva, lo Stato italiano ha speso più di quanto sarebbe stato necessario per la loro nazionalizzazione. Si ricordi che nazionalizzare le fonti di produzione di ricchezza nazionale è diventata una assoluta necessità ed è l’unica via di scampo per assicurare la nostra sopravvivenza economica, in un mondo nel quale domina l’efferatezza del più forte.

È vivamente auspicabile che tutti i cittadini levino forte la loro voce e non restino succubi della televisione e dei media, che sono nelle mani dei nostri sfruttatori.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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