Nella interessantissima trasmissione di La7 di ieri, 19 dicembre 2019, è risultato in modo agghiacciante che l’Ilva ha prodotto decessi fra la popolazione dei bambini fra 0-14 anni che hanno superato la media regionale del 23%, nonché gravissime malattie ai loro danni nella misura del 90% per quanto riguarda i linfomi e del 59% per quanto riguarda le leucemie gravi.
Inoltre sono sconcertanti le percentuali di tumori fra uomini e donne che emergono dal seguente cartello:
Rispetto a questa situazione è da ricordare che l’articolo 216 del testo unico sanità n. 1265 del RD del 1934, tuttora vigente, dispone che:
Le manifatture o fabbriche che producono vapori, gas o altre esalazioni insalubri o che possono riuscire in altro modo pericolose alla salute degli abitanti sono indicate in un elenco diviso in due classi.
La prima classe comprende quelle che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni; la seconda, quelle che esigono speciali cautele per la incolumità del vicinato.
Tale norma è stata ripresa dal Decreto Ministeriale n.220 del 20 settembre 1994, il quale enumera i prodotti nocivi che non possono essere immessi nell’ambiente, tra i quali ci sono tutti quelli dell’Ilva. Fra questi il pericolosissimo benzotirene che riesce a modificare anche il DNA facendo tramandare le malattie anche alle future generazioni.
Tanto premesso, è semplicemente assurdo che il nostro governo preghi ArcelorMittal, e cioè un’industria Franco-Indiana, di venirsi a prendere i profitti provenienti dalla fabbricazione e dalla vendita dell’acciaio dell’Ilva, i quali sono prodotti a seguito di una carneficina degli abitanti di Taranto.
Ne consegue che il governo ha il dovere di agire immediatamente per la chiusura di questa fabbrica e per la sistemazione dei lavoratori in altre attività produttive create in quel luogo dallo Stato italiano, come ha fatto la Germania per la bonifica del bacino della Rhur.
Si tratta di crimini dei quali il governo non deve assumersene la responsabilità e non ha altra via d’uscita se non quella appena indicata.
Notiamo intanto che all’ospedale pediatrico di Taranto, solo 4 dottori devono curare un’infinità di piccoli infermi.
Sentiamo il dovere di invitare tutti i lettori ad aderire all’iniziativa di La7 inviando il loro contributo con un sms al numero: 45520 almeno per aumentare il numero dei pediatri che prendono in cura questi bambini.
La gravità della situazione impone a tutti i cittadini di azionare il cosiddetto diritto di resistenza, che Dossetti voleva esplicitamente immettere in Costituzione, e che comunque è implicitamente scritto nella nostra Carta costituzionale, la quale impone di agire in tutti i modi legalmente possibili perché sia osservata la Costituzione da tutte le istituzioni, Parlamento compreso.