Parte da Parigi la battaglia all’abbandono di edifici inutilizzati

Presentiamo un’iniziativa estremamente altruistica e generosa avvenuta a Parigi dove gli immobili non ancora venduti sono stati messi a disposizioni dei senza tetto in attesa della loro vendita con la intermediazione e la garanzia di associazioni volontarie che riscuotono fiducia sia da parte dei proprietari che da parte degli occupanti. Un esempio che oltretutto dimostra maturità di giudizio:

La battaglia contro l’abbandono di edifici inutilizzati è finalmente iniziata, ed è Parigi a sguainare per prima la spada. 

Il 26 agosto di quest’anno, il quotidiano francese Le Parisien ha informato i cittadini parigini che diciotto grandi gestori immobiliari hanno firmato un contratto volto ad autorizzare l’occupazione temporanea dei locali vuoti in attesa di lavori.

Il progetto della capitale francese ha preso forma dopo cinque anni di grande lavoro da parte di alcuni collettivi, associazioni, cooperative, che col tempo hanno visto aumentare la loro credibilità.

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L’esperimento più riuscito in questo senso è stato condotto cinque anni fa dalla cooperativa Plateau urbain in un vecchio ospedale in pieno centro, luogo che si è trasformato in un villaggio utopico chiamato Les Grands VoisinsQuesto progetto è ancora oggi una realtà dinamica e vivace ospitante circa 140 associazioni, artisti, artigiani e start-up.

Paul Citron, il direttore dello sviluppo di Plateau urbain, spiega il significato del fenomeno nascente parigino, l’urbanismo transitorio:

È il fatto di poter occupare degli edifici vuoti per incentivare attività che non potrebbero essere ospitate in città ai prezzi di mercato tradizionali: dall’economia sociale e solidale, alle attività culturali, associative o artigianali, fino all’ospitalità d’urgenza…e tutto questo si integra in edifici in transizione, vuoti che variano estensione da 1000 m2 fino a edifici di migliaia di ettari. Parigi è piena di luoghi che favorirebbero tali opportunità.

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L’urbanismo transitorio nasce ufficialmente a Parigi, dopo che la reputazione delle associazioni occupanti è migliorata ed è nato un clima di fiducia, rispetto e solidarietà tra i proprietari e gli operatori. 

Quale sarà la risposta delle altre città europee sull’abbandono edilizio per contrastare a loro volta questa enorme piaga?

Da parte nostra possiamo dire che la nostra Costituzione si occupa degli edifici abbandonati, i quali non perseguono più la loro funzione sociale, ai sensi dell’articolo 42, comma 2 della Costituzione, che, se abitabili potrebbero essere utilizzati alla pari della descritta iniziativa francese, assicurandone così l’accennata funzione sociale.

Qualora si tratti di edifici non abitabili, ai sensi dello stesso citato articolo 42, essi, nell’inerzia del proprietario nominale, passano allo Stato, il quale deve occuparsi del loro recupero e della loro destinazione per interessi sociali.

Dice infatti l’articolo 42, comma 2 che: “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge allo scopo di assicurarne la funzione sociale”. E per tanto è obbligo dei singoli e della collettività assicurare, in un modo o nell’altro, il perseguimento di tale funzione.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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