Far valere i nostri diritti nella zona Euro non significa dividere l'Europa

Un governo, che, come ieri dicevamo, segue il mantra del servaggio, agisce sempre più contro gli interessi del Popolo italiano e del suo territorio.

Quanto al Mes, meccanismo per noi micidiale come gli avvenimenti futuri sicuramente insegneranno, due esponenti del Pd, Martella e Franceschini, non distinguono tra Unione europea e partecipazione alla zona Euro.

Far valere i nostri diritti nella zona Euro non significa volere dividere l’Europa. Manca di capacità reattiva chi a priori si preoccupa di non turbare i nostri partner europei che, a loro avviso, avrebbero una maggiore forza economica.

Questo è inaccettabile e tutti gli italiani dovrebbero rendersene conto.

Quanto alla distruzione del nostro territorio, è incredibile che il governo italiano, che tanto si inchina alle potenze europee, non fa valere il principio fondamentale del diritto europeo, secondo il quale chi inquina paga.

La Solvay, addirittura con autorizzazioni in deroga da parte del governo, avrebbe sversato nel Tirreno oltre 4 tonnellate di arsenico, quasi 6 tonnellate di cromo, 13 tonnellate di benzene e molti altri inquinanti, e in più pompa acqua dal fiume Cecina fino a ridurre alla sete la città di Volterra.

E per i nostri amministratori tutto questo va bene. Ci sembra di essere arrivati all’inverosimile. Quale sarà la nostra fine?

Siamo stati sempre molto prudenti nel prospettare azioni economicamente dure, ma riteniamo che sia venuto il momento di scrollarci di dosso lo strapotere economico europeo, che ci spinge alla perdita delle nostre fonti di ricchezza nazionale e del nostro territorio e che bisogna, messi ormai con le spalle al muro, cominciare a studiare le eventuali modalità per uscire dall’euro.

Se restare nell’euro significa autoditruggerci, effettivamente non c’è altra via d’uscita. Certamente si dovrà affrontare la reazione dei mercati, ma potremmo difenderci con il ricorso al maggior numero possibile di nazionalizzazioni.

Eppure difronte a tutto questo il nostro governo, pur di svendere l’Alitalia, continua a pensare al suo spezzettamento, consistente nella riduzione del personale (5000 unità), per rendere un servizio alla Germania, probabile acquirente della nostra compagnia.

A tal fine il governo, per allungare i tempi delle trattative, ha stanziato altri 400 milioni a perdita secca, che si aggiungono ai precedenti 900 milioni, per un totale di un miliardo e 300 milioni sacrificati sull’altare dell’ossequio ai presunti più forti membri dell’Unione, che, sarebbero da ritenere economicamente più forti di noi.

È una vergogna! Gli articoli 1, 2, 3, 41, 42, 43 e 54 della Costituzione sono ampiamente violati.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

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