Appare evidente che in riferimento al criticissimo problema del Mes, i nostri politici non sanno distinguere tra europeismo, e cioè partecipazione all’Unione europea, con l’abbattimento delle frontiere nazionali, e la partecipazione all’euro, per la cui realizzazione i paesi più deboli, come l’Italia, subiscono insopportabili oneri.
Il problema del Mes si collega dunque al problema della permanenza nell’euro e le condizioni che a questo proposito ci vengono imposte sono, a nostro avviso, inaccettabili, perché, da un lato si prevedono l’immunità penale, civile e amministrativa per gli operatori del Mes (che potrebbero compiere qualsiasi crimine contro di noi impunemente) e, d’altro lato, si sancisce che la concessione di crediti (di cui l’Italia ha bisogno) comporterebbe la perdita di notevole parte del patrimonio pubblico, che costituisce l’architrave su cui si poggia l’esistenza stessa del Paese.
Si parla di modifiche di questo disegno, e il nostro augurio è che si tratti di modifiche davvero sostanziali.
In una parola, “nessuna immunità per nessuno e condizioni meno drastiche per i paesi economicamente deboli”.
Debbono sapere gli italiani che, con gli accordi intergovernativi come quello del Mes, si fanno delle scelte al di fuori di qualsiasi disposizione di diritto: sia degli ordinamenti giuridici nazionali, sia del diritto europeo.
Un ordinamento giuridico esiste se nessuno gode dell’immunità, se viene rispettata il principio fondamentale dell’eguaglianza e se ci sono Corti o Tribunali che reprimono le attività criminose.
Insomma, agire al di fuori del diritto è proprio del sistema economico neoliberista. Il Mes lo rafforza. Gli italiani devono lottare, per la sua trasformazione, in un sistema economico produttivo di stampo keynesiano.
Per quanto riguarda le autonomie differenziate, non esultiamo affatto, come pare facciano tutti i politici, di fronte alla soluzione “Boccia”, secondo la quale si dovrebbe prevedere la predeterminazione egualitaria dei livelli essenziali delle prestazioni.
A parte la considerazione che bisogna stabilire con chiarezza in base a quale criteri sono determinati questi livelli (eliminato il criterio storico pare resti in piedi quello del fabbisogno, commisurato alle richieste dell’istituzioni che riguardano i vari settori, in modo che la regione, che non ha istituzioni in relazione a taluni servizi, come ad esempio il comune di Casoria, che non ha neppure un asilo nido, avranno sempre minori prestazioni e non potranno mai mettersi alla pari con le altre regioni), soprattutto ci preoccupa il fatto che tutti sono d’accordo sull’autonomia e nessuno pensa all’unità d’Italia, la cui sovranità in campi particolarmente importanti, come l’istruzione, la sanità, i trasporti, ecc., viene completamente infranta dalle autonomie regionali.
Infine, quanto all’Alitalia, stiamo ancora nel guado e la previsione di dividerla in tre parti (che pare stia prendendo piede), è suicida per la nostra economia, perché comporterebbe la cessione a stranieri delle rotte aeree, cioè di una importante fonte di produzione di ricchezza, mentre resterebbe a noi la così detta “bad company”.
Sembra che tutti siano unanimi contro l’interesse nazionale, senza pensare che la disintegrazione dell’Italia è un fatto micidiale, che, in contrasto con gli articoli 1 e 5 della Costituzione, porterebbe tutte le regioni in una situazione profondamente deteriore.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Daccordo. Non perdiamo di vista la radice dei problemi. Chiunque abbia sottoscritto questo trattato anticostituzionale (ed altri analoghi) ha tradito la Patria e ha commesso diverse violazioni della Costituzione: 1° violazione contro art. 1 La sovranità appartiene al popolo che la esercita delegando propri rappresentanti che devono agire per conto del popolo e in suo nome ed interesse. Trattasi di una rappresentazione diretta perché è il popolo che è il sovrano al quale è stata espropriata la sovranità con l’inganno, agendo di nascosto contro gli interessi del popolo ed a suo danno!
2°- violazione art. 11.
L’Italia consente, (solo in) condizioni di parità con altri stati ( qui invece c’è disparità di trattamento) limitazioni (non cessioni) di sovranità necessarie ecc. Notare che si tratta organismi sovranazionali extraterritoriali, (che si sono creati immunità totale a danno del popolo che è stato frodato e spodestato della sovranità ) il mes è un’organizzazione che è sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli Stati, ma con qualche eccezione, e da parte degli stessi organi dell’Unione Europea. Bisogna denunciare le violazioni della Costituzione art. 1 ; 11 ecc. Che sono tra i principi fondamentali. E’ nostro dovere difendere la Patria art. 52 trovando il modo di agire giuridicamente e legalmente. Noi siamo stati espropriati della sovranità, della democrazia e depredati … Questa è una demoniocrazia. Per cui servono giuristi ed avvocati validi per agire pacificamente ma inesorabilmente perché noi siamo per la difesa del bene collettivo e del pubblico interesse. Uniamoci in una denuncia popolare, sono tanti i movimenti che sono in fermento. UNIAMOCI – Si evidenzia inoltre che questa infedeltà è in affari di Stato e può essere perseguita legalmente, ma facciamolo. La questione sollevata per la riforma del Mes va estesa alla prima firma – governo Monti 2011- facciamo capire al popolo che la battaglia deve essere contro il Mes nella sua interezza non semplicemente contro la sua riforma. Grazie per il suo impegno.