Dalle notizie della stampa odierna si apprende che gli amministratori di Alitalia, che si sono succeduti nel tempo, hanno sperperato il patrimonio della compagnia in consulenze, studi legali, mantenimento in vita di filiali in luoghi dove non arrivano i nostri aerei, svendite a bassissimo prezzo e per converso acquisti a prezzi maggiorati, specialmente per quanto riguarda il carburante.
Si apprende in particolare che i commissari hanno svenduto, tra l’altro, a Aeroporti di Roma (cioè ad Atlantia della Benetton) un terreno della zona Maccarese, valutato oltre 100 milioni, per appena 11 milioni e un hangar, con officina-motori annessa, valutato oltre 33 milioni, a soli 1,5 milioni, il tutto autorizzato dal Ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, del governo Gentiloni, il 17 aprile 2018 (la Repubblica del 21/11/2019).
Eppure le nostre rotte sono estremamente appetibili, a causa della posizione geografica dell’Italia. Non si capisce proprio perché gli amministratori di Alitalia, che dovrebbero avere a cuore l’interesse nazionale, non siano ancora riusciti a mettere Alitalia sui giusti binari.
La soluzione del problema, non sta nell’allungare ancora i tempi delle trattative con privati italiani e stranieri, che vogliono fagocitare la nostra intera economia (finora lo Stato italiano ha speso inutilmente 900 milioni ai quali si aggiungerebbero altri 400 milioni, per l’allungare l’attuale commissariamento), ma nel nazionalizzare immediatamente la nostra compagnia di bandiera, considerato che le prospettive di guadagno sono sicuramente garantite dalle sempre crescenti richieste degli utenti.
Anziché spendere a vuoto, come si sta facendo, si spenderebbe per creare un compagnia valida ed efficiente, evitando di perdere una fonte produttiva di ricchezza (le rotte aeree) che fa parte del patrimonio pubblico degli italiani.
Pensare addirittura di riorganizzare l’azienda per poi rivenderla a proprietari privati anche stranieri è un madornale errore, sopratutto diretto contro gli interessi ineludibili del popolo italiano.
Chiediamo all’illustrissimo signor Procuratore della Repubblica di Roma di voler accertare, come già stanno facendo i suoi colleghi di Milano e Taranto per quanto riguarda l’Ilva, se nei comportamenti degli amministratori di Alitalia, succedutisi negli anni, siano ravvisabili profili di reato, e in particolare del reato di cui all’articolo 499 del Codice penale.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Ottima disamina, ci vogliono iniziative concrete.
grazie Presidente, è sempre un piacere seguirla sulla immancabile logica del pensiero critico