Whirlpool e Ilva: si portino in giudizio queste multinazionali inadempienti

I parlamentari europei non hanno mai brillato nella difesa degli interessi italiani in Europa.

Infatti i nostri parlamentari europei, per altro pagati profumatamente, hanno votato, a suo tempo, a favore del TTIP (che per volontà di Trump non ha avuto attuazione) e poi a favore del CETA (trattato tra Europa e Canada che favorisce le esportazioni canadesi in Italia anche se nuocciono gravemente alla salute).

Oggi, inspiegabilmente, i parlamentari dei 5 stelle hanno chiuso la porta in faccia alle ONG, che salvano i naufraghi dalla morte, bocciando un emendamento della sinistra europea che mirava ad aprire i porti europei alle ONG che operano i salvataggi in mare.

Chi guida gli orientamenti politici dei nostri parlamentari europei? Chi c’è dietro di loro?

Altri argomenti scottanti sono quelli dell’ILVA e della Whirlpool. A questo proposito vogliamo ricordare che la violazione da parte di società straniere di accordi a suo tempo presi, rende tali società responsabili dei danni procurati agli interessati ai sensi dell’articolo 1218 del Codice civile e che pertanto esiste la possibilità concreta di chiedere il risarcimento dei danni a queste società inadempienti da parte dei diretti danneggiati, i lavoratori e le comunità locali ove si trovano le imprese, e da parte dello Stato e degli altri Enti territoriali, per i danni arrecati all’economia nazionale.

Ricordiamo inoltre che è diventata improcrastinabile una interpretazione costituzionalmente orientata dell’articolo 832 del Codice civile, il quale non tiene conto del fatto che l’autonomia privata non può violare la funzione sociale della proprietà, né essere contro l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana (articoli 41 e 42 della Costituzione).

Ricordiamo infine che il secondo comma dell’articolo 42 della Costituzione afferma che il diritto di proprietà privata viene meno qualora il proprietario non assicuri e persegua “la funzione sociale” della cosa oggetto di proprietà, per cui le fabbriche chiuse per ragioni di maggior guadagno debbono ritenersi passate dalla proprietà di dette società private alla proprietà della comunità ospitante.

A tal proposito giacciono in Parlamento una proposta di legge Fassina e un disegno di legge Nugnes e altri, che andrebbero subito approvati.

È arrivato il momento di portate davanti al giudice queste importantissime questioni, chiedendo l’attuazione delle norme costituzionali in materia e l’adozione di provvedimenti urgenti per evitare ulteriori danni individuali e sociali.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE ATTUARE LA COSTITUZIONE

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *