L’idea neoliberista che ha offuscato la mente di Trump ha prodotto il primo suo effetto sul piano militare. Gli Stati Uniti, dopo aver combattuto insieme con i Curdi, per sconfiggere l’Isis, hanno compiuto oggi una illogica e devastante operazione ritirando gli ultimi soldati americani dalla Siria e dando via libera ai turchi di invadere questo paese e di trucidare atrocemente il popolo Curdo. Il quale con grandissimi sacrifici era riuscito insieme agli americani, a incarcerare oltre 2000 pericolosissimi terroristi islamici, i quali oggi sono liberi di arrivare dove vogliono per compiere le loro orrende azioni contro civili inermi, al solo fine di creare terrore.
Erdogan, conformemente alla politica secolare della Turchia (si ricordi l’impero Ottomano e la battaglia di Lepanto), sta procedendo con prepotenza e ferocia ad occupare il Nord della Siria in modo assolutamente aggressivo e privo di qualsiasi giustificazione difensiva.
Le sue bombe hanno distrutto un convoglio di giornalisti, i quali hanno perso la vita. Infatti è nel suo programma impedire che le notizie dei suoi massacri si diffondano nel mondo.
D’altra parte i jiadisti, usciti dalle galere curde, per colpa del voltafaccia di Trump, hanno ucciso freddamente la giornalista/attivista Hevrin Khalaf di 35 anni, nota per i suoi convincimenti democratici ed egualitari, espressi sempre in termini assolutamente pacifici.
È noto che Erdogan va avanti nel suo deprecabile disegno e disprezza ogni tentativo europeo di fermarlo. I governi di Francia, Germania, Olanda, Norvegia e Finlandia hanno immediatamente interrotto la fornitura di armi e il dittatore turco ha risposto spavaldamente che i suoi arsenali sono già pieni e non ha bisogno di altre armi. Egli ha altresì minacciato, dopo aver intascato dall’Europa ben sei miliardi di euro, di far invadere l’Europa da oltre 3,4 milioni di migranti, tenuti in Turchia non si sa in quali condizioni.
Molto flebile è stata la reazione del nostro governo, il quale ha parlato di tagliare le vendite di armi, ma non di interrompere l’esecuzione dei contratti in corso, aggiungendo che ogni soluzione va presa, non individualmente, ma dall’Europa nel suo complesso.
Un atteggiamento deplorevole che appare intriso di viltà.
A nostro avviso occorre tenere presente che la Turchia fa parte della Nato sin dal 1952, quando esistevano due blocchi mondiali, gli Stati uniti d’America e l’URSS, e il fine di questo trattato era soltanto “difensivo”.
Ora che la geografia militare è profondamente cambiata, anche questo trattato difensivo dovrebbe essere modificato. E nulla impedisce che tutti gli Stati aderenti alla Nato isolino la Turchia e le impongano in modo drastico il ritiro delle sue truppe dalla Siria, ribadendo che il popolo curdo ha agito eroicamente contro l’Isis, insieme con gli americani, ottenendo ottimi risultati, mandati in fumo dal citato e inspiegabile voltafaccia di Trump.
Di fronte a situazioni profondamente e indicibilmente drammatiche, come quelle che stiamo vivendo, non è possibile opporre cavilli giuridici sul da farsi, perché il senso di civiltà che pervade le Costituzioni dei popoli europei e americani non può essere travolta, impedita o limitata da un atteggiamento riprovevole e drammaticamente feroce come quello posto in essere da Erdogan.
Ci auguriamo che gli italiani ricordino di essere depositari, come affermava Gioberti, di un primato morale e civile, che oggi deve esser fatto valere con massima urgenza.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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