Al di là delle vicende del nostro governo, ci interessa porre in primo piano la questione dell’Amazzonia che brucia e che presto, sotto la guida di Bolsonaro, diventerà solo un ricordo.
Facciamo presente al governo, come esso ben sa, che l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e che di conseguenza il venir meno del 20% dell’ossigeno nell’atmosfera mondiale, prodotto dalle foreste amazzoniche, è un fatto che riguarda tutta l’umanità e , proprio in virtù tale articolo, il governo ha il dovere primario di adottare tutti i provvedimenti di carattere internazionale necessari per fermare questa immane sciagura.
Quanto alla situazione politica, la nostra impressione, è che il sistema capitalistico neoliberista, come dimostrano gli ultimi 40 anni di storia, ha pienamente fallito e che è indispensabile porre limiti allo sviluppo economico, come negli anni 50 già affermava il club Roma, ed è altresì inevitabile considerare impossibile una crescita infinita, che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri.
Il flebile eco di questo fallimento si intravvede nel nostro programma di governo, il quale contiene limitate disposizioni qualificabili come di sinistra.
La realtà che ci circonda impone invece di considerare il capitalismo neoliberista come una posizione ideologica dannosa e superata dagli eventi e che occorre, come abbiamo più volte ripetuto, opporre alla globalizzazione delle comunicazioni, dei capitali e delle merci, nonché degli stili di vita che stanno omologando la figura dell’uomo come avulso dalle comunità delle quali dovrebbe far parte, l’importanza del rapporto tra individuo e comunità, cominciando dalle comunità locali.
L’Italia ha ceduto, violando la Costituzione, a faccendieri privati e a multinazionali, quasi sempre straniere, parti essenziali del proprio territorio e delle proprie fonti di produzione di ricchezza nazionale.
Ad esempio, la città di Bolzano sta diventando territorio austriaco, in virtù del fatto che il magnate René Benko ha acquistato a prezzo vile buona parte della città, il famoso museo di Ötzi e sta per acquistare anche l’aeroporto di Bolzano, che apparteneva ad un Ente pubblico e che, proprio in vista della sua vendita, è stato conferito in proprietà ad una S.p.A.
Come accennavamo, il divieto della trasformazione degli Enti pubblici in S.p.A., (e cioè la cosiddetta privatizzazione dei beni pubblici) dovrebbe essere il fulcro dell’azione di governo, ma questo non appare dal discorso di Conte ed è contrario allo spirito del PD, che è sempre stato ispiratore di privatizzazioni, di concessioni di servizi pubblici essenziali e di fonti di energia e di svendite a prezzi irrisori a privati e a multinazionali.
Altrettanto è da dire per l’azione che dovrà svolgere in Europa il nostro commissario Gentiloni, la cui formazione di partito però non concede speranze di sicure realizzazioni.
È su questo punto che sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione del governo, dei politici, e di quelle associazioni, le quali, come il Coordinamento della democrazia costituzionale, non tengono in alcun conto la reale causa del disastro economico italiano.
È inutile affermare: “noi difendiamo la Costituzione”, se poi privatizziamo e lasciamo acquistare dagli stranieri il nostro territorio e, come dicevamo, le nostre fonti di produzione di ricchezza che il territorio contiene (art. 43 Cost.).
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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