I fatti narrati dalla stampa odierna svelano il vero volto della Lega. A prescindere dagli avvenimenti non ancora precisati, che la Casellati, presidente del Senato, definisce pettegolezzi, è un dato ineludibile il fatto che la Lega, in relazione alla tangente di 65 milioni che sarebbe stata versata a questo partito dai russi, ha in un primo momento presentato un emendamento al decreto cosiddetto “Spazzacorrotti” mirante ad eliminare il divieto per i partiti di ricevere finanziamenti dall’estero e, non riuscendoci, ha presentato in un secondo momento un emendamento al decreto Crescita diretto ad eliminare questo divieto che è stato approvato.
Salvini si difende affermando che si tratta di un puro caso, ma è agevole rispondergli che quando gli indizi sono molti essi costituiscono delle vere e proprie prove giuridiche.
Il vero volto della Lega si palese ancor più chiaramente nella ferrea volontà di ottenere l’autonomia differenziata delle regioni che gioverebbe unicamente alle regioni più ricche del Nord e eliminerebbe quasi tutte le competenze Statali nelle materie più importanti, in modo che non si possa più parlare di un vero proprio Stato, ma di tanti staterelli quante sono le regioni stesse.
Si tratta di un modo subdolo, portato avanti con mascherate menzogne, di perseguire l’obiettivo fondamentale per cui è nata la Lega Nord: separare le regioni del Nord più ricche da quelle più povere del Sud.
Il che è ovviamente in contrasto con i principi costituzionali e in particolare con l’articolo 5 della Costituzione secondo il quale “l’Italia è una e indivisibile”.
Ma non finisce qui. Salvini vuole distruggere lo Stato italiano anche mediante le rovinose privatizzazioni. Egli, per quanto riguarda Alitalia, dà manforte alla società Atlantia della famiglia Benetton, la quale ha dato ampia dimostrazione di essere incapace di gestire i servizi pubblici, sia per quanto riguarda le autostrade (si ricordi il crollo del Ponte Morandi), sia per quanto riguarda l’Aeroporto di Roma, sia per quanto concerne proprio Alitalia, alla cui gestione Atlantia ha partecipato già due volte provocando immensi danni.
È da precisare che, con vera arroganza, Atlantia condiziona la sua partecipazione alla compagnia di bandiera a una serie di elementi ancora da accertare, per i quali ha chiesto un differimento a settembre delle decisioni definitive.
Pare che all’accordo per la gestione di Alitalia sia interessata anche la società americana Delta, il cui programma è quello di ridimensionare i voli di Alitalia indirizzandoli verso l’Europa dell’est, in modo da lasciare campo libero alle compagnie statunitensi, che monopolizzerebbero i voli transatlantici.
Si ha l’impressione che Alitalia sia diventata un qualcosa da spolpare da parte di avvoltoi che lottano fra loro per impossessarsi della maggior parte della preda.
Il governo, e in questo caso ci rivolgiamo fondamentalmente a Conte e a Di Maio (avendoci deluso anche l’atteggiamento dei sindacati), affinché nazionalizzi la compagnia di bandiera, che è una vera e grande fonte di produzione di ricchezza nazionale.
Abbiamo bisogno di far crescere l’Italia e se abbiamo trovato i soldi per il reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni, senza ottenere nessun risultato positivo, faremmo bene a trovare comunque delle risorse da indirizzare correttamente sulla via dello sviluppo economico reale.
Si impedirebbe così anche la tragedia dei licenziamenti in tronco di migliaia di dipendenti di Alitalia.
In realtà, anche con le privatizzazioni, si sta svuotando di potere lo Stato italiano. Si potrebbe dire che la sorte degli italiani non dipende più dalle decisioni volte all’interesse generale da parte del governo, ma dalle decisioni speculative di singoli faccendieri, come ad esempio Benetton, nei cui confronti, sia detto di scorcio, il governo ha assunto un atteggiamento ambiguo, per un verso condannando questa società per aver mal gestito le autostrade e per altro verso sostenendo il suo ingresso in Alitalia.
Il dato sicuro è che Benetton fa i suoi personali interessi e non ha certo di mira il bene del popolo italiano.
Occorre sottolineare, d’altro canto, che l’azione delle multinazionali danneggia fortemente l’ambiente senza che nessuno ponga in primo piano questo gravissimo problema.
Ad esempio, pochi sanno che per alcune multinazionali, al fine di produrre cemento, sono estremamente importanti le sabbie degli alvei dei fiumi e dei laghi che sono dragati senza limiti. Al primo posto di questo sfruttamento è la Cina. Inoltre è noto che le multinazionali sono i principali responsabili del surriscaldamento terrestre, del quale pure non se ne parla abbastanza.
Si pensi che nell’ultimo tifone che ha colpito Pescara sono cadute dei pezzi di grandine paragonabili a palle da biliardo e che tale notizia è stata l’ultima comunicata dai telegiornali senza che se ne parlasse più.
La conclusione è che si deve cambiare completamente il sistema economico predatorio neoliberista, convertendolo in un sistema saggiamente produttivo che dia importanza alla vita degli uomini e del pianeta e ponga in primo piano, non il profitto, ma lo svolgimento della persona umana, come prescrive la nostra Costituzione.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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non c’è uno straccio, che sia un solo straccio, di prova di tale tangente.
Sono solo chiacchiere di media addomesticati… e schierati per i tecnocrati e finanzia predatoria.
Non sono leghista e sono molto feroce su questo governo del cambiamento. Ma chi ha rovinato l’Italia è stata la democrazia cristiana scioltasi poi in Berlusconi, nel PD, i Monti, i gentiloni i Renzi. Sono questi che hanno governato dal 1945. Due anni sono come un secondo della vita dell’universo.
Ma per i benpensanti e teste vuote (come mirabilmente ha sintetizzato un writer milanese) quello che c’era prima dell’ultimo secondo non esiste…
Non è lei che dice che tutto è iniziato con l’omicidio Moro? (ma, a ben vedere, tutto inizia dal 1945 e dal volo di de gasperi in USA)
questa è storia.