Le nomine europee, che hanno visto cadere l’esplicito e spudorato accordo tra Francia e Germania, hanno tuttavia posto in evidenza che l’Unione Europea non è mai stata, e non è tuttora, una federazione nella quale tutti gli Stati membri sono posti su un piano di parità (come prescrive l’articolo 11 della nostra Costituzione), ma è un’area politica nella quale vale la legge del più forte.
Lo dimostra il fatto che Presidente della Commissione è stata nominata la tedesca Ursula von der Leyen e Presidente della BCE la francese Cristine Lagarde, la quale, come presidente del FMI, ha dato ampia prova di essere una incrollabile neoliberista, che riconosce la sovranità del mercato e non considera l’eguaglianza economica dei popoli e degli uomini.
Concordiamo con il governo nel non condividere queste nomine. Ma nello stesso tempo diciamo al governo che è stata la politica interna seguita negli ultimi 40 anni che ha posto l’Italia (che era la quinta potenza economica del mondo) in uno stato di inferiorità.
L’attuale governo continua imperterrito nel proseguire la politica dei governi precedenti: con il cosiddetto Decreto Crescita privatizza l’acqua del sud trasformando l’Ente pubblico E.I.P.L.I. in una SPA (facendo passare questa trasformazione come innocua in quanto della SPA dovrebbero far parte solo enti territoriali), e con lo stesso decreto svende numerosi immobili pubblici, mentre la Regione Lazio fa altrettanto per le case popolari di pregio in Roma.
Inoltre si discute sul rinnovare o non le concessioni delle autostrade alla famiglia Benetton, mentre il ridimensionamento delle tariffe autostradali da parte dell’Autorithy, provoca una vera e propria insurrezione da parte di tutti i concessionari, che vogliono, con prepotenza, aumentare i loro profitti già elevatissimi, a carico della collettività degli utenti.
Non si capisce perché il governo, anziché ricorrere alle concessioni, non ricostituisce le Aziende di Stato, facendo ritornare nelle mani del popolo tutto i lauti guadagni indebitamente ceduti ai concessionari.
È evidente che se l’italia, come hanno fatto i paesi dell’Europa, i quali hanno difeso a oltranza la propria ricchezza nazionale, avesse evitato le micidiali privatizzazioni distruttive del patrimonio pubblico, avrebbe mantenuto un maggior potere in Europa riconfermando il posto che merita.
D’altro canto, è da tenere presente che molti Stati europei, ponendo in primo piano il loro benessere sono arrivati addirittura a creare al loro interno dei veri paradisi fiscali (ad esempio Lussemburgo, Irlanda, Spagna, Olanda ecc.), alterando illegittimamente i rapporti tra gli Stati dell’UE e facendo in modo che gli investitori fuggissero dall’Italia ove le tassazioni sono molto elevate.
Insomma i nostri governi hanno dimostrato insipienza e scarso interesse per il bene del popolo e sono responsabili di aver privatizzato e svenduto agli stranieri la nostra ricchezza nazionale.
Ci auguriamo che nel caso delle autostrade il discorso non si limiti a togliere le concessioni a Benetton, che ha esercitato le sue funzioni con estrema leggerezza, provocando la morte di 43 persone (vedi Ponte di Genova), ma cambi strada, ripristinando l’azienda di Stato Autostrade, facendo in modo che i lauti guadagni provenienti dalle tariffe autostradali tornino nelle mani del popolo e non si disperdano tra i numerosi concessionari che a tutto pensano fuorché al bene della nostra patria.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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