Nell’ora tragica che attraversiamo, nella quale si discute della stessa sopravvivenza della Repubblica, sentiamo il dovere di indicare al governo, con grande senso di umiltà, ma insieme di responsabilità, che per avere credibilità in Europa, il governo stesso deve indicare i primi provvedimenti urgenti che intende adottare per incrementare lo sviluppo e, per questa via, ridurre considerevolmente il deficit di bilancio.
L’Italia è afflitta da una perdita continua di industrie, cui consegue una irrefrenabile e amplissima disoccupazione.
Per affrontare questa emergenza sono necessarie tre cose:
1-Modificare l’articolo 832 del Codice Civile, che riguarda la proprietà privata, nei sensi voluti dalle norme precettive e imperative dell’articolo 42 della Costituzione (secondo il quale “la proprietà è pubblica e privata” e il venir meno “della funzione sociale della proprietà provoca il venir meno della tutela giuridica dello stesso diritto), nonché dell’articolo 41 Cost. secondo il quale “l’iniziativa economica privata è libera, ma non può essere svolta in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
2-Dimostrare che, sulla base della propria Costituzione, l’Italia intende uscire dalla crisi, evitando privatizzazioni, delocalizzazioni e svendite, e creando le condizioni necessarie per impedirle.
3-A tal fine l’Italia ritiene di dover nazionalizzare le industrie che riguardano le fonti di energia, in modo da porre su un piano di parità le industrie italiane, che pagano per l’energia il 75% (lo fece già Giolitti nel 1903 per evitare gli alti costi di gas ed acqua nelle municipalità) in più di quelle straniere, sullo stesso piano concorrenziale delle altre industrie che agiscono sul mercato globale. Nel contempo l’Italia si impegna a eliminare le tasse sul lavoro, le quali rendono impossibile la tenuta del confronto con le altre imprese.
Questo, solo per cominciare e per convincere l’Europa della concreta volontà del governo italiano di affrontare alle radici il problema economico e di risolverlo con azioni concrete.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE ATTUARE LA COSTITUZIONE
Io leggo in “Costituzione e società” (Einaudi, Storia d’Italia volume 5**, pg.1999 e ss.) che la prima applicazione dell’art. 43 Cost. è stata la nazionalizzazione dell’energia elettrica (L.6 dicembre 1962 n.1643). Ma è rimasto un quid unicum, perché dimostrazione dell’ordinamento si sapersi rinnovarsi a dispetto delle resistenze opposte dai centri di potere economico, dall’apparato statale e dai ceti più retrivi.
La sua incidenza a livello sociale resta minima e nessuna maggiore partecipazione dei lavoratori alla gestione economica viene realizzata….
Ma leggo pure chi tradendo lo spirito antifascista ha deviato scientemente dall’applicazione della Costituzione, cosa di cui Calamandrei si era ben avveduto e ci aveva avvertito, come pure che la Costituzione è un programma da Attuare.
E tanto altro, attuale… a quasi tre quarti di secolo dopo la sua promulgazione.