La scuola Margherita Hack e le altre facenti parte del plesso Girolami, nel noto quartiere di Monte Verde a Roma, sono state dichiarate inagibili e chiuse a tempo indeterminato.
Il preside della scuola Margherita Hack si batte da anni come un leone per ottenere l’attenzione delle autorità competenti sulla situazione edilizia della scuola da lui diretta.
C’è stato un assoluto silenzio. L’altro ieri nella scuola Hack è caduto il soffitto di un’aula, per fortuna senza danni per gli alunni che in quel momento si trovavano a mensa, e il sopralluogo dei vigili, avvenuto il giorno successivo, ha accertato l’instabilità dell’intera struttura facendo dichiarare l’inagibilità di tutti i locali.
Ieri, poi, le famiglie sono state avvisate e oggi 700 ragazzi non sanno dove andare a scuola.
Potrebbero essere collocati in vari gruppi in scuole diverse. I danni causati dalla cattiva manutenzione delle scuole sono soprattutto di ordine scolastico ed educativo, quindi di rilevanza altissima.
D’altronde si sa che crollano o diventano inagibili una scuola ogni tre giorni in Italia e che sono rimasti feriti ben 39 alunni. Tutto questo ovviamente, perché né i municipi, né il comune dispongono dei mezzi finanziari necessari per dette manutenzioni.
La causa di tutto è nella conduzione della politica generale italiana che da anni ha seguito la perniciosa via delle privatizzazioni trasferendo le fonti produttive di ricchezza dal patrimonio pubblico dell’italia a singoli privati del tutto inesperti, impoverendo così le casse pubbliche e aumentando di conseguenza il debito di tutti gli italiani.
Così si è verificato l’aumento delle tasse, il venir meno della circolazione monetaria, l’assottigliamento macroscopico degli strumenti economici delle istituzioni.
Finché il Governo e il Parlamento non si renderanno conto di quanto dannoso sia stato il sistema economico predatorio neoliberista, concretatosi nelle sopraccennate privatizzazioni, alle quali hanno fatto seguito le numerosissime delocalizzazioni d’impresa e la svendita delle fonti produttive di denaro pubblico, l’Italia continuerà ad andare in rovina.
Intanto i danni sono sotto gli occhi di tutti e i cittadini capaci e dotati di buona volontà devono far sentire la loro voce per un cambio totale del sistema che, secondo Costituzione, deve essere quello produttivo di stampo keynesiano.
Finché le dannose parole neoliberismo e privatizzazioni saranno un tabù da non pronunciare né sui giornali né in televisione la sorte dell’Italia non potrà essere che quella della sua totale rovina, accompagnata dalla sua emarginazione sul piano europeo e sul piano internazionale.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”