Il verme del pensiero neoliberista sembra fortemente arroccato nella mente dei nostri governanti.
Lo dimostrano tre recenti avvenimenti, il primo: in vista delle elezioni europee il Governo abbassa il prezzo delle bollette di gas e luce per il prossimo trimestre, quasi come dimostrazione della volontà di venire incontro ai bisogni del popolo.
Il problema non è quello di abbassare temporaneamente il prezzo delle bollette, ma quello di nazionalizzare (art. 43 Cost.), in contrasto col principio neoliberista, le fonti di energia (gas e luce) in modo da ridurre i costi di produzione, come già fece nel 1903 il Presidente del Consiglio dei Ministri Giolitti, municipalizzando i servizi pubblici locali.
Secondo: l’assurdità della mancanza di medici disposti a prestare il loro servizio presso gli ospedali pubblici è anch’esso frutto del pensiero neoliberista. Se si tagliano i fondi alla sanità pubblica, facendo in modo che gli ammalati debbano osservare lunghissime liste di attesa, è evidente che si avvantaggia la sanità privata che offre ai medici lauti compensi, con il risultato che questi ultimi rifiutano il servizio pubblico e si dedicano al servizio sanitario privato che assicura loro un guadagno quattro o cinque volte superiore.
Terzo: anche l’idea che l’Italia possa farcela da sola, senza preoccuparsi di svolgere un ruolo attivo nell’economia europea, assumendo l’aspetto di uno stato populista e sovranista, ha le sue radici nel pensiero neoliberista, il quale, con vista corta, preferisce che poche persone si arricchiscono a danno di tutti senza alcuna previsione del futuro.
Abbiamo firmato un contratto vassallo con la Cina con la prospettiva, tutta da dimostrare, di un guadagno di 7 miliardi, mentre Francia e Germania, unitamente al presidente della Commissione Junker, hanno firmato con la Cina un trattato fondato sul principio di reciprocità che assicura un guadagno netto per i due paesi di almeno 40 miliardi.
O i nostri politici sgomberano la loro mente da principio nefasto del neoliberismo e fanno valere il principio di reciprocità all’interno e all’esterno dell’Europa oppure la nostra situazione di debolezza a livello globale ci porterà alla totale rovina.
Ci riflettano Salvini e Di Maio artefici del nuovo percorso sulla Via della Seta.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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