I dati Istat sulla produzione industriale Italiana dimostrano che siamo rientrati in recessione cioè produciamo meno degli anni trascorsi. E’ una notizia tragica perché senza produrre mancano i mezzi di sostentamento e i mezzi per far fronte alle necessità del popolo ed è difficilissimo districarsi fra le pieghe di un bilancio tanto fortemente negativo.
Ribadiamo per tanto che l’Italia deve ritrasferire le fonti di produzione di ricchezza (rotte aeree, linee marittime, autostrade, frequenze televisive, turismo, ecc.) dalle mani dei privati che ne fanno un uso arbitrario e talvolta dannoso (vedi Ponte di Genova) nella mano pubblica in modo che si possano riprendere le redini di una economia ben orientata, dotata di mezzi finanziari idonei, e indirizzata all’unico fine del bene di tutti gli italiani. Si ricorda che secondo l’articolo 42 della Costituzione la proprietà è pubblica e privata e che l’interesse pubblico prevale sull’interesse privato.
Il fenomeno italiano è anche europeo e mondiale. Il che dimostra che il principio neoliberista, secondo il quale la ricchezza deve essere nelle mani di pochi, i quali devono agire in forte competitività e lo Stato non deve entrare nell’economia, è un principio profondamente errato.
E’ urgente e necessario tornare ai principi keynesiani secondo i quali la ricchezza va distribuita alla base della piramide sociale e lo Stato (cioè l’intero popolo) deve intervenire da protagonista e guida dell’economia.
Occorre perseguire il bene della collettività non il pareggio del bilancio (vedi l’intero titolo terzo della parte prima della nostra Costituzione).
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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