I neoliberisti sono passati al contrattacco. Per pareggiare i conti della manovra, il Governo decide di togliere alla proprietà del popolo una grande quantità di immobili pubblici, donandoli alla Cassa depositi e prestiti (la quale non è più un ente pubblico, essendo trasformata in S.p.A nel 2002), per garantire il maggior costo della manovra, che graverebbe, come al solito, sul popolo italiano.
D’altro canto la Confindustria, che pone come obiettivo il guadagno delle imprese, ma non quello dei lavoratori, insiste per attuare le cosiddette grandi opere, cioè per distruggere l’ambiente che è patrimonio di tutti, impossessarsi dei profitti e dare qualche spicciolo ai lavoratori.
Insomma, non si vuol capire che il benessere del popolo italiano si consegue non svendendo i suoi beni, secondo la politica propria del PD, ma aumentando il patrimonio pubblico e il reddito che ne discende (fonti di produzione di ricchezza, turismo, ambiente, fonti di energia, servizi pubblici essenziali ecc.).
Invece, come si è visto, si fa il contrario, si svende tutto, si impoverisce il popolo e si distrugge l’ambiente, bene primario degli italiani e tutto questo in contrasto con la Costituzione, la quale pone al centro il valore della persona umana e il progresso materiale e spirituale della società (articoli 3 e 4 Cost.).
La soluzione, dunque, come più volte abbiamo sottolineato, sta nello scardinare le idee perniciose del neoliberismo, le quali vogliono pochi ricchi e una massa enorme di poveri, e attuare invece il pensiero economico produttivo di stampo keynesiano recepito in Costituzione.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”