Il sistema economico predatorio neoliberista sta dando i suoi frutti ai danni dell’intero popolo italiano. I nostri governi succedutisi dopo l’assassinio di Aldo Moro hanno favorito le privatizzazioni, hanno cioè spogliato l’Italia delle sue fonti di produzione della ricchezza rendendo possibile agli stranieri di impadronirsene (privatizzazione delle banche dell’INA, dell’Enel, dell’Eni e dell’Iri con tutte le sue numerosissime industrie), rendendoci deboli dal punto di vista economico.
Altro errore gravissimo è stato quello di impedire alla Banca d’Italia di acquistare i buoni del tesoro rimasti invenduti. In tal modo ci siamo dovuti rivolgere al mercato globale che non ha avuto difficoltà a farci indebitare fino al collo aumentando, molto spesso in modo speculativo, i tassi d’interesse sul debito.
Terzo gravissimo errore è stato quello di firmare i trattati di Maastricht e di Lisbona, i quali ci hanno completamente legato le mani. La situazione atuale italiana è davvero drammatica perché come ha detto qualcuno ci troviamo chiusi in una gabbia di ferro. E’ verissimo che il nostro debito pubblico è stato creato, non dai nostri sprechi, ma, almeno in massima parte, dalla speculazione finanziaria. Ma il modo per uscirne non è certamente quello intrapreso dal nostro Governo.
Occorreva usare diplomazia. Abbiamo invece preferito fare una lotta muro contro muro, nella quale siamo certamente perdenti. In questa drammatica situazione l’unica carta da giocare, per ottenere qualche risultato di una certa entità, è quella di “revisionare” il debito pubblico. Si vuol dire che i tecnici del ministero dell’economia dovrebbero essere tanto bravi da stabilire quanta parte del debito pubblico dipende da nostre spese e quanta parte dipende dalla speculazione finanziaria.
Infatti la speculazione non è titolo giuridico per creare il diritto di credito e l’ammontare generale del debito dovrebbe essere depurato di quanto non dovuto.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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