Le idee correnti sull’Europa sono le più confuse e le più disparate. A prima vista sembra che due sia le posizioni di pensiero: la prima che fa capo a Macron e alla Merkel secondo la quale l’Europa dovrebbe resistere con le sue attuali modalità, la seconda posizione è quella dei così detti sovranisti che, pur esaltando valori di indubbia validità (Dio, patria, famiglia) hanno il torto di non considerare il grave problema della immigrazione e il fatto che viviamo in un mondo globalizzato.
A nostro avviso questa confusione di idee deriva dal fatto che nel mondo si è affermato il pensiero unico neoliberista, secondo il quale la ricchezza deve essere nelle mani di pochi privati, le nazioni e i popoli debbono scomparire e tutto deve essere regolato dalle leggi imposte dai commercianti e dagli investitori.
Insomma si vuol togliere di mezzo il valore dell’uomo, dei popoli e delle patrie sostituendoli con il valore del denaro. per avere una nozione esatta dell’Europa bisogna riconoscere che gli attuali manovratori di essa hanno sbagliato uniformandosi al pensiero neoliberista, facendo sorgere come reazione un pensiero antitetico spesso populista e nazionalista.
La verità è che c’è una terza via: quella di considerare ii vari stati d’Europa, nella situazione globale che si è verificata, devono necessariamente trovare un punto d’unione dando spazio ai singoli stati concepiti come patrie, adottando i principi di stampo keynesiano che perseguono un’eguaglianza economica tra gli individui e tra i vri stati o patrie che dir si voglia.
Lo sancisce l’articolo 11 della Costituzione secondo il quale l’Italia consente limitazioni all’esercizio della propria sovranità per il perseguimento della pace e della giustizia tra i popoli.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”