I disastri ambientali che hanno flagellato l’Italia negli ultimi giorni dimostrano che gli scienziati dell’ONU, che hanno parlato di un cambiamento climatico prossimo al punto del non ritorno, hanno perfettamente ragione.
Il problema ambientale dunque è il primo problema da affrontare, ma sembra che i politici e la massa disinformata dei cittadini non se ne rendano conto.
Qualche giorno fa il governo ha nominato trecento esperti per stabilire quali opere pubbliche sia necessario effettuare ai fini dello sviluppo economico italiano, ma sembra ovvio che non occorrono molti studi per capire che il primo problema da affrontare è quello del ristabilimento idrogeologico di tutta l’Italia.
Tale problema, che richiede un enorme sforzo economico, può essere risolto soltanto se lo Stato ridiventa protagonista dell’economia e se il patrimonio pubblico non viene frammentato tra migliaia di soggetti attraverso le micidiali privatizzazioni. Finché il governo continuerà a seguire le prescrizioni del pensiero neoliberista e non tornerà ai criteri del pensiero di stampo keynesiano, nessun problema di alto profilo, come è questo, potrà essere risolto.
Insomma è indispensabile che venga posto come primo valore la vita dell’uomo e del pianeta e non il profitto di multinazionali e di privati. Come il singolo ha bisogno di un salario per vivere così un popolo per mantenere la sua unità e soddisfare i propri bisogni non può fare a meno di possedere un patrimonio pubblico. lo prescrive l’articolo 42 della Costituzione, comma 1 primo alinea secondo il quale “la proprietà è pubblica e privata”.
Le privatizzazioni che distruggono la proprietà pubblica in realtà distruggono il Popolo italiano e lo rendono schiavo delle multinazionali straniere il cui fine è solo quello di trasformare in denaro qualsiasi realtà della Terra.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”