Quanto si dice a proposito di Alitalia, insistendo sui maggiori costi che graverebbero sui cittadini italiani, significa non centrare bene il problema.
Tale problema consiste nel fatto che per anni e anni al comando della compagnia si sono succeduti personaggi assolutamente inesperti in materia aerea (vedi Benetton, Caltagirone e tutti gli altri nominati da Berlusconi), i quali hanno operato scelte economicamente non valide che hanno portato alla perdita di un milione di euro al giorno.
In particolare l’errore fondamentale è stato quello di puntare sulle rotte a breve raggio, di per se poco fruttuose, e non sulle rotte a lungo raggio che danno guadagni molto più elevati. Le compagnie straniere che si dichiarano interessate all’acquisto di Alitalia pretendono un preventivo rammodernamento della compagnia stessa evidentemente a nostro carico.
Se siamo costretti a fare ciò diventa inoppugnabile chiedersi se non sia opportuno, a questo punto, mantenere l’italianità della compagnia. Si tenga presente che le rotte sono una fonte di ricchezza se ben gestite. L’attuale situazione, si ripete, è dovuta alla pessima gestione degli organi direttivi e anche dei commissari, i quali ultimi si sono intascati notevoli prebende senza nulla a concludere.
Quanto all’unione con le Ferrovie è da dire che l’operazione è contabilmente sconsigliabile e che comunque un’operazione importante e indilazionabile è quella di ritrasformare sia le Ferrovie che Alitalia in enti pubblici economici statali e non S.P.A. con capitale publico. Le S.p.A. sono in balia dei mercati e l’Italia deve difendersi dalle fauci del mercato globale e della speculazione finanziaria.
Soltanto in questa maniera i profitti che derivano dalla sana gestione delle rotte aeree e delle linee ferroviarie possono tornare a impinguare il bilancio dello Stato e giovare, non solo all’efficenza dei servizi, ma anche e soprattutto all’interesse degli italiani.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione Attuare la Costituzione.