Prendiamo spunto dalle indignate parole trasmesse ieri per radio da Emanuela Falcetti conduttrice della coraggiosa trasmissione “Italia sotto inchiesta” che reclamava l’italianità della Magneti Marelli, per sottolineare che in base alla nostra Costituzione il proprietario formale non è libero di fare ciò che vuole per perseguire i suoi personali interessi.
L’articolo 42 comma 2 della Costituzione afferma che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge per assicurarne la sua funzione sociale”, ciò significa che i beni produttivi esistenti in Italia devono essere gestiti in modo da perseguire l’utilità sociale del popolo italiano.
Questa certezza viene meno se detti stabilimenti vengono ceduti ai giapponesi senza alcun limite di tempo, mentre gli impegni presi a tutela del lavoro hanno un termine prestabilito.
E sia ben chiaro che qui si tratta di stabilimenti che si trovano in Italia ed utilizzano tecnologie italiane, ricerche italiane e operai specializzati italiani.
Pertanto due sono le vie di soluzione: o lo Stato interviene con la nazionalizzazione degli stabilimenti della Magneti Marelli o gli interessati (azionisti, ingegneri, impiegati di alto livello, rappresentanti del popolo, comitati ecc.) promuovono un’azione civile per far dichiarare la nullità, ai sensi dell’articolo 1418 del Codice Civile, di questo contratto, in quanto contrario alle norme imperative di ordine costituzionale di cui al citato articolo 42 Cost.
Se esistono interessati a questo problema l’associazione “Attuare la Costituzione” è disponibile per offrire il suo apporto giuridico.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione Attuare la Costituzione