La grande menzogna diffusa mediaticamente dai poteri forti e fatta propria dalle istituzioni è il considerare il concetto di legalità avulso dai valori costituzionali. Oggi non esiste più una legalità senza aggettivi, ma una legalità costituzionale nel senso che la legge ordinaria è valida ed efficace soltanto se conforme a Costituzione.
Questo discorso vale soprattutto per il concetto di proprietà privata che viene interpretato solo alla luce della norma di legge ordinaria dell’articolo 832 del codice civile e non nel contesto costituzionale di cui agli articoli 41 e 42 della Costituzione.
“Secondo il Codice Civile il proprietario gode e dispone della cosa in modo pieno ed esclusivo”. E a questo punto si ferma l’interpretazione corrente del concetto di proprietà privata. Si tratta di una posizione estremamente errata poiché detto articolo deve essere valutato alla stregua di quanto dispongono gli articoli 41 e 42 della Costituzione, che sono norme successive nel tempo e preminenti in termini di validità in quanto norme costituzionali.
L’articolo 42 afferma che “la proprietà privata (cioè quella descritta dal Codice Civile) è riconosciuta e garantita dalla legge (cioè dal popolo attraverso i suoi rappresentanti) allo scopo di assicurarne la funzione sociale”. L’articolo 41 Cost. che riguarda i trasferimenti della proprietà e i contratti in genere, afferma che “l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto o con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla libertà, alla sicurezza, alla dignità umana”.
Il complesso edilizio sito in via di Santa Croce in Gerusalemme 55 che si vorrebbe sgomberare è stato a suo tempo indebitamente cartolarizzato e non ha trovato acquirenti, per cui l’occupazione da parte di soggetti estremamente bisognosi ha rilegittimato la sua esistenza, conferendogli quell’utilità sociale che aveva perduto. Pretendere di sgomberare questo palazzo dall’occupazione di questi soggetti bisognosi contrasta inoltre con i concetti di utilità sociale, libertà, sicurezza e dignità umana ribaditi dal citato articolo 41 Cost. Per tanto gettare sul lastrico circa 200 famiglie senza tetto che non sanno dove andare e alle quali non sono state offerte situazioni alternative è un fatto moralmente e giuridicamente inaccettabile.
La Pubblica Amministrazione deve agire per il bene comune e deve osservare le norme imperative di cui ai citati articoli della Costituzione, nell’interpretare l’articolo 832 del Codice Civile. Il provvedimento amministrativo che non osserva dette norme imperative è nullo persino ai sensi dell’articolo 1418 dello stesso Codice Civile, perseguendo, tra l’altro una causa illecita. La funzione sociale e l’utilità pubblica prevalgono sui probabili interessi economici della Pubblica Amministrazione. In una parola, il rispetto della dignità umana prevale sull’interesse al denaro. Un provvedimento di sgombero del complesso edilizio in questione, come già illegittimo costituzionalmente è anche dannoso per l’intera collettività dei cittadini romani, i quali sono titolari di un interesse al bene comune che supera ampiamente l’interesse della Pubblica Amministrazione a racimolare pochi spiccioli. Di ciò se ne facciano una ragione i nostri governanti e i nostri amministratori locali.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione Attuare la Costituzione
Al di là di codici e codicilli di cui non mi occupo e non sono in grado di farlo, rispondo usando una mia sensazione in merito. Sarà buon senso? sarà senso comune? Non so. Mi riferisco alla proprietà privata di un comune cittadino e non a proprietà private di pubbliche Amministrazioni alle quali farò riferimento dopo. Sento che c’è una graduale tendenza all’aggressione al bene privato, in nome di un cosiddetto non ben identificato”rispetto della dignità umana”. Ebbene faccio presente che, prescindendo da situazioni di beni acquisti con traffici illeciti, azioni malavitose e simili, i cittadini in possesso di uno o più beni immobili acquisiti in modo lecito e legale, sono arrivati a possedere tali beni o per eredità o per proventi derivanti dal proprio lavoro. I lavoratori onesti (e sono le persone a cui mi riferisco) che hanno acquistato uno o più immobili hanno dovuto sostenere, oltre all’ acquisto, spese notarili, Iva, Imposta di registro, e altre imposte prescritte. Inoltre il mantenimento di un’abitazione, prima o seconda casa che sia, comporta esborso di quote fisse di bollette relative alle utenze, TARI, TASI, manutenzione ordinaria, amministrazione e spesso anche manutenzione straordinaria. Ebbene il cittadino che regolarmente assolve a tutti gli oneri che comportano l’acquistare e il possedere una o più abitazioni, ha anch’egli “una sua dignità umana”, molto avvalorata dal fatto di comportarsi da cittadino onesto in un complesso sociale che proprio sull’onestà dovrebbe indiscutibilmente basarsi. Attualmente sembra infatti che il riconoscimento di questo sacrosanto diritto acquisito sulla proprietà , venga da più parti eroso, grazie anche al sostegno proveniente da commentatori e fomentatori in questa direzione. Si comincia ad erodere questo diritto quando si ritiene politicamente corretto non sfrattare immediatamente l’inquilino moroso, imponendo gravi disagi al proprietario che deve sobbarcarsi spese legali solo per rientrare in possesso, dopo molto tempo, di una proprietà che legittimamente gli appartiene. Si erode il concetto di proprietà privata quando il malintenzionato che si introduce in casa e viola la tua proprietà, è tuttavia giudicato con tolleranza dal giudice, che tende ad infliggere invece pene più severe al proprietario che malauguratamente reagisca in modo “considerato eccessivo”. Il concetto di proprietà privata è poi decisamente surclassato quando si permette a qualcuno di entrare nella tua abitazione e di risiedervi, appropriandosi così di un bene che non è suo. Sembrerebbe una logica perversa, impossibile da sostenere in un paese civile, tuttavia invece questo avviene e, anzi, quando qualche magistrato di buon senso tenta di ripristinare un po’ di legalità allontanando i disonesti (coloro che si appropriano indebitamente di “cose” altrui), c’è chi grida allo scandalo, chi invoca la Costituzione, chi vorrebbe che il baraccone dell’illegalità continuasse ad oltranza. Diversa considerazione sui beni immobili della Pubblica Amministrazione, spesso fatiscenti e lasciati all’incuria e all’abbandono senza un utilizzo. Su questi si dovrebbe intervenire per renderli utilizzabili ai cittadini che non hanno reddito sufficiente a sostenere un affitto. e tutto questo dovrebbe avvenire con intervento dello Stato.
Tuttavia chiudere un occhio sulle occupazioni abusive anche dei beni di Pubbliche Amministrazioni, è comunque iniquo e significa, per le Istituzioni, di essere conniventi con l’illegalità.
Occupare le case, senza diritto è un reato e, Costituzione o non Costituzione, non dovrebbe esistere chi plaude e promuove azioni illegali.
Al di là di codici e codicilli di cui non mi occupo e non sono in grado di farlo, rispondo usando una mia sensazione in merito. Sarà buon senso? sarà senso comune? Non so. Mi riferisco alla proprietà privata di un comune cittadino e non a proprietà private di pubbliche Amministrazioni alle quali farò riferimento dopo. Sento che c’è una graduale tendenza all’aggressione al bene privato, in nome di un cosiddetto non ben identificato”rispetto della dignità umana”. Ebbene faccio presente che, prescindendo da situazioni di beni acquisti con traffici illeciti, azioni malavitose e simili, i cittadini in possesso di uno o più beni immobili acquisiti in modo lecito e legale, sono arrivati a possedere tali beni o per eredità o per proventi derivanti dal proprio lavoro. I lavoratori onesti (e sono le persone a cui mi riferisco) che hanno acquistato uno o più immobili hanno dovuto sostenere, oltre all’ acquisto, spese notarili, Iva, Imposta di registro, e altre imposte prescritte. Inoltre il mantenimento di un’abitazione, prima o seconda casa che sia, comporta esborso di quote fisse di bollette relative alle utenze, TARI, TASI, manutenzione ordinaria, amministrazione e spesso anche manutenzione straordinaria. Ebbene il cittadino che regolarmente assolve a tutti gli oneri che comportano l’acquistare e il possedere una o più abitazioni, ha anch’egli “una sua dignità umana”, molto avvalorata dal fatto di comportarsi da cittadino onesto in un complesso sociale che proprio sull’onestà dovrebbe indiscutibilmente basarsi. Attualmente sembra infatti che il riconoscimento di questo sacrosanto diritto acquisito sulla proprietà , venga da più parti eroso, grazie anche al sostegno proveniente da commentatori e fomentatori in questa direzione. Si comincia ad erodere questo diritto quando si ritiene politicamente corretto non sfrattare immediatamente l’inquilino moroso, imponendo gravi disagi al proprietario che deve sobbarcarsi spese legali solo per rientrare in possesso, dopo molto tempo, di una proprietà che legittimamente gli appartiene. Si erode il concetto di proprietà privata quando il malintenzionato che si introduce in casa e viola la tua proprietà, è tuttavia giudicato con tolleranza dal giudice, che tende ad infliggere invece pene più severe al proprietario che malauguratamente reagisca in modo “considerato eccessivo”. Il concetto di proprietà privata è poi decisamente surclassato quando si permette a qualcuno di entrare nella tua abitazione e di risiedervi, appropriandosi così di un bene che non è suo. Sembrerebbe una logica perversa, impossibile da sostenere in un paese civile, tuttavia invece questo avviene e, anzi, quando qualche magistrato di buon senso tenta di ripristinare un po’ di legalità allontanando i disonesti (coloro che si appropriano indebitamente di “cose” altrui), c’è chi grida allo scandalo, chi invoca la Costituzione, chi vorrebbe che il baraccone dell’illegalità continuasse ad oltranza. Diversa considerazione sui beni immobili della Pubblica Amministrazione, spesso fatiscenti e lasciati all’incuria e all’abbandono senza un utilizzo. Su questi si dovrebbe intervenire per renderli utilizzabili ai cittadini che non hanno reddito sufficiente a sostenere un affitto. e tutto questo dovrebbe avvenire con intervento dello Stato.
Tuttavia chiudere un occhio sulle occupazioni abusive anche dei beni di Pubbliche Amministrazioni, è comunque iniquo e significa, per le Istituzioni, di essere conniventi con l’illegalità.
Occupare le case, senza diritto è un reato e, Costituzione o non Costituzione, non dovrebbe esistere chi plaude e promuove azioni illegali.
Al di là di codici e codicilli di cui non mi occupo e non sono in grado di farlo, rispondo usando una mia sensazione in merito. Sarà buon senso? sarà senso comune? Non so. Mi riferisco alla proprietà privata di un comune cittadino e non a proprietà private di pubbliche Amministrazioni alle quali farò riferimento dopo. Sento che c’è una graduale tendenza all’aggressione al bene privato, in nome di un cosiddetto non ben identificato”rispetto della dignità umana”. Ebbene faccio presente che, prescindendo da situazioni di beni acquisti con traffici illeciti, azioni malavitose e simili, i cittadini in possesso di uno o più beni immobili acquisiti in modo lecito e legale, sono arrivati a possedere tali beni o per eredità o per proventi derivanti dal proprio lavoro. I lavoratori onesti (e sono le persone a cui mi riferisco) che hanno acquistato uno o più immobili hanno dovuto sostenere, oltre all’ acquisto, spese notarili, Iva, Imposta di registro, e altre imposte prescritte. Inoltre il mantenimento di un’abitazione, prima o seconda casa che sia, comporta esborso di quote fisse di bollette relative alle utenze, TARI, TASI, manutenzione ordinaria, amministrazione e spesso anche manutenzione straordinaria. Ebbene il cittadino che regolarmente assolve a tutti gli oneri che comportano l’acquistare e il possedere una o più abitazioni, ha anch’egli “una sua dignità umana”, molto avvalorata dal fatto di comportarsi da cittadino onesto in un complesso sociale che proprio sull’onestà dovrebbe indiscutibilmente basarsi. Attualmente sembra infatti che il riconoscimento di questo sacrosanto diritto acquisito sulla proprietà , venga da più parti eroso, grazie anche al sostegno proveniente da commentatori e fomentatori in questa direzione. Si comincia ad erodere questo diritto quando si ritiene politicamente corretto non sfrattare immediatamente l’inquilino moroso, imponendo gravi disagi al proprietario che deve sobbarcarsi spese legali solo per rientrare in possesso, dopo molto tempo, di una proprietà che legittimamente gli appartiene. Si erode il concetto di proprietà privata quando il malintenzionato che si introduce in casa e viola la tua proprietà, è tuttavia giudicato con tolleranza dal giudice, che tende ad infliggere invece pene più severe al proprietario che malauguratamente reagisca in modo “considerato eccessivo”. Il concetto di proprietà privata è poi decisamente surclassato quando si permette a qualcuno di entrare nella tua abitazione e di risiedervi, appropriandosi così di un bene che non è suo. Sembrerebbe una logica perversa, impossibile da sostenere in un paese civile, tuttavia invece questo avviene e, anzi, quando qualche magistrato di buon senso tenta di ripristinare un po’ di legalità allontanando i disonesti (sono disonesti coloro che si appropriano indebitamente di “cose” altrui), c’è chi grida allo scandalo, chi invoca la Costituzione, chi vorrebbe che il baraccone dell’illegalità continuasse ad oltranza. Diversa considerazione sui beni immobili della Pubblica Amministrazione, spesso fatiscenti e lasciati all’incuria e all’abbandono senza un utilizzo. Su questi si dovrebbe intervenire per renderli utilizzabili ai cittadini che non hanno reddito sufficiente a sostenere un affitto. e tutto questo dovrebbe avvenire con intervento dello Stato.
Tuttavia chiudere un occhio sulle occupazioni abusive anche dei beni di Pubbliche Amministrazioni, è comunque iniquo e significa, per le Istituzioni, di essere conniventi con l’illegalità.
Occupare le case, senza diritto è un reato e, Costituzione o non Costituzione, non dovrebbe esistere chi plaude e promuove azioni illegali.