Si è parlato molto del disumano decreto contro le immigrazioni. Vogliamo ricordare che esso riguarda anche le occupazioni cosiddette abusive di immobili, con una grossolana disposizione la quale non tiene conto del fatto che gli immobili abbandonati, a termine di Costituzione, non appartengono più al titolare nominale, ma allo Stato che deve usarli per fini sociali.
Infatti l’articolo 42, comma 2, della Costituzione afferma che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge allo scopo di assicurarne la funzione sociale”.
Dunque, il proprietario che ha abbandonato il suo immobile e non dimostra di volerlo utilizzare in breve tempo, ha violato la “funzione sociale”, al cui adempimento è condizionata la tutela giuridica della sua proprietà privata, e l’immobile di cui si tratta, per disposizione costituzionale, è tornato nella “proprietà collettiva del popolo sovrano”.
Raddoppiare le norme penali sulle occupazioni cosiddette abusive è pertanto un controsenso, poiché tali norme debbono ritenersi già abrogate dalla Costituzione.
Chi non fa fruttare i suoi terreni e i suoi immobili, non perseguendo la funzione sociale di questi, lascia immobili sedicenti sulle spalle dell’intero popolo, e, secondo tale disposizione legislativa, impone illogicamente una tutela di chi ha violato la propria funzione sociale, la dove bisognerebbe tener presente che i cosiddetti occupanti abusivi svolgono il compito di restituire al bene la sua funzione sociale, evitando che esso rovini l’ambiente e diventi addirittura pericoloso per la pubblica incolumità.
Questo decreto legge è davvero un assurdo anche sotto questo importante aspetto.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.