La proposta del documento di economia e finanza (DEF) varato dal Consiglio dei Ministri giovedì 27 settembre, ha tutta l’aria di essere un atto gettato via allo sbaraglio.
È vero che la Commissione Europea, insieme con il Fondo Monetario Internazionale e la BCE usano estremo rigore nei confronti dell’Italia e sono molto blandi nei confronti, ad esempio, della Germania che ha un debito pubblico quasi pari al nostro.
È vero inoltre che il mercato globale specula su situazioni contingenti e non reali. Ma tutto questo non ci esime dalla necessità di affrontare i problemi nelle sedi proprie e con metodi diplomatici.
Occorre convincere l’Unione Europea che i crediti ottenuti con la speculazione finanziaria non hanno fondamento giuridico e cioè non producono nessun effetto giuridicamente valido.
Occorre far capire che nella stragrande maggioranza il debito italiano deriva da speculazioni finanziarie che sono state poste a nostro carico in assenza di qualsiasi giustificazione reale e che pertanto si tratta di un debito ingiusto e odioso.
Occorre far capire che una situazione siffatta ha trasformato l’economia del nostro paese eliminando il sistema economico produttivo di stampo Keynesiano e instaurato un sistema economico capitalistico e predatorio di carattere neoliberista che impedisce la produzione di ricchezza.
Occorre far capire che i governi succedutisi dell’assassinio di Aldo Moro hanno agito a favore del mercato globale e contro gli interessi italiani con leggi inesistenti perché incostituzionali e quindi da annullare da parte della Corte Costituzionale.
In una parola occorre che l’Unione Europea modifichi i trattati di Maastricht e di Lisbona nel senso che siano protetti i patrimoni (vietando le privatizzazioni di enti pubblici essenziali e favorendo le nazionalizzazioni) e i territori delle comunità politiche che fanno parte dell’Unione stessa, in modo da realizzare una vera Europa federale nella quale gli Stati abbiano pari dignità politica, sociale ed economica.
Tutto questo, tuttavia, lo si deve attuare in via legale, mandando, per esempio, nel Parlamento europeo, alle prossime elezioni europee, candidati idonei e capaci a svolgere una tale azione.
Non è possibile allo stato attuale “fregarsene” dell’aumento dello spread: ciò salverebbe forse in parte i voti dati a 5S e Lega, ma provocherebbe agli italiani una miseria difficilmente ricolmabile.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
Abbiamo messo la volpe a guardia dei polli, come possiamo chiedergli di non sbranarli?