Siamo arrivati al punto che è diventato impossibile per il governo tenere la barra dritta. L’affermazione del mercato globale neoliberista, il quale, per un verso, con la sua speculazione criminogena, è riuscita a indebitare l’Italia in modo mostruoso (il debito italiano è costituito da tassi di interessi e non da spese per lo Stato sociale), e che per altro verso ha trovato, dopo l’assassinio di Moro, la collusione politicamente criminale dei nostri governanti, che hanno favorito la svendita a singoli individui italiani e stranieri di quasi tutta la ricchezza nazionale, sottomettendo l’Italia ai diktat della Commissione Europea (da sempre docile con i Paesi economicamente forti e rigorosissima con i Paesi economicamente deboli, come la Grecia e Italia), impedisce oggi al nostro governo di trovare le risorse necessarie per attuare il cosiddetto reddito di cittadinanza e per coprire le spese della ricostruzione del ponte di Genova (che, detto per inciso, spetterebbe alla Benetton e non all’Italia).
La colpa non è del Ministro delle finanze, né della Ragioneria dello Stato, i quali (probabilmente ignari dell’ingiustizia neoliberista) sanno tuttavia molto bene che, nella situazione in cui ingiustamente ci troviamo, potremmo facilmente subire un altro mortale attacco speculativo, che ci porterebbe alla rovina totale.
E’ da tener ben chiaro, comunque, che la colpa è del sistema economico predatorio che i nostri governanti hanno favorito con le sopra accennate privatizzazioni, determinando così la fine del sistema economico produttivo di stampo keynesiano, che ci aveva portato al miracolo economico italiano.
Nello stato in cui siamo, uno sfondamento dei limiti di Maastricht, sarebbe giustificato soltanto se diretto a restituire all’Italia la sua ricchezza nazionale, in modo da renderla forte nei confronti degli assalti del mercato globale speculativo.
A tal fine occorrerebbe che un Governo degno di questo nome, bloccasse le privatizzazioni e, mediante le “nazionalizzazioni”, restituisse agli Italiani la proprietà collettiva dei beni e dei servizi pubblici essenziali (vere fonti di ricchezza) che le è stata illegittimamente tolta con le privatizzazioni effettuate dai governi precedenti In questa ottica sarebbe scongiurato il pericolo di assalti speculativi, poiché sarebbe garantito un sicuro sviluppo dell’economia italiana.
Ci avviciniamo alle elezioni europee e l’Italia deve dimostrare di poter stare seduta ai tavoli europei “in condizioni di parità con gli altri Stati” (art. 11 Cost.), anche dal punto di vista della forza economica.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
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